Mentre ancora la pistola fumante che ha impallinato il governo Draghi si trova nelle aule parlamentari e il Presidente Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere, il Paese è già entrato in campagna elettorale, sperando che i partiti si dimostrino responsabili, cosa che appare poco credibile.
In ogni caso Mattarella ha spiegato quali sono stati gli elementi critici della crisi: “la discussione, il voto e le modalità con cui il voto è stato espresso al Senato” a cui si unisce la volontà di escludersi a vicenda delle principali forze di maggioranza, dimostrando così che il governo non aveva più “il sostegno parlamentare” e che non era possibile “dar vita a una nuova maggioranza”.
“Mi auguro – ha detto il Presidente – che pur nell’intensa, e a volte acuta, dialettica della campagna elettorale vi sia, da parte di tutti, un contributo costruttivo, riguardo agli aspetti che ho indicato; nell’interesse superiore dell’Italia”.
Dunque si va alle elezioni anticipate e il Presidente della Repubblica, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il decreto di scioglimento sarà consegnato ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.
Dopo avere ricevuto al Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, e il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, Mattarella ha firmato i decreti che fissano le elezioni del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati per il 25 settembre 2022, e la determinazione della data della prima riunione delle nuove Camere fissata per il 13 ottobre 2022.
Intanto bisogna pure registrare due grosse novità.
La prima è che si eleggeranno meno parlamentari: seicento (400 alla Camera e 200 al Senato) invece dei 945 di tutte le legislature precedenti.
La seconda è che tutti riceveranno due schede, anche i diciottenni: non c’è più la soglia dei 25 anni per partecipare alle elezioni del Senato.
L’ulteriore data da segnare sul calendario è quella del 13 ottobre, quando si insedieranno le nuove camere e inizierà ufficialmente la XIX legislatura della Repubblica Italiana.
Il 25 settembre è anche il capodanno ebraico, ma l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha chiarito in una nota che la data non pone ostacoli. Né c’è necessità di ridisegnare i collegi elettorali: sono stati definiti a fine 2020 e restano validi.
Contestualmente sono partite le richieste di non fare più delle aule scolastiche le sedi di seggio elettorale e soprattutto all’inizio delle lezioni del nuovo anno scolastico.
Antonello Giannelli, il presidente dell’Associazione nazionale presidi, dichiara infatti: “C’è disappunto non preoccupazione per le urne in autunno: un certo numero di scuole fermeranno infatti le lezioni appena avviate e questo è un problema che solleviamo da non so quanti anni. Quindi chiediamo al ministero dell’Interno di individuare per le elezioni politiche seggi non scolastici. Basta seggi nelle scuole che fanno perdere giorni di lezione dell’anno scolastico appena iniziato, lezioni che poi non verranno recuperate”.
Una richiesta che con tutta probabilità resterà inevasa, perché sarà molto difficile per gli uffici elettorali dei Comuni italiani ridisegnare tutta la mappe dei seggi che poi si dovrebbero pure riportare nei certificati elettorali da esibire al presidente di seggio.
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