Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Il 29 gennaio assemblee per rinvio riforma: lezioni a rischio

Il 29 gennaio assemblee per rinvio riforma: lezioni a rischio

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A pochi giorni dalla ripresa dei lavori della Commissioni parlamentari, che sulla riforma della secondaria superiore potrebbero accelerare dando in pratica il via libera ai tre schemi di regolamento, la Gilda degli insegnanti si conferma, assieme alla Flc-Cgil, il sindacato maggiormente attivo contro l’approvazione di un provvedimento che in molti danno comunque già per scontato: il sindacato di Di Meglio dopo aver fatto pervenire 100.000 cartoline anti-riforma ai docenti delle superiori, invitandoli a spedirle al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha deciso di condurre un’ulteriore forma di protesta: sempre per dire no ai nuovi licei, tecnici e professionali per venerdì 29 gennaio il sindacato ha programmato una serie di assemblee nelle scuole di ogni ordine e grado durante le quali, oltre a discutere della situazione politica-sindacale in seno alla scuola, potrebbero esserci disagi per lo svolgimento delle attività didattiche.
La Gilda, a dire il vero, intenderà “paralizzare” le attività didattiche convocando assemblee dei docenti durante le prime e le ultime due ore di lezione. “Con questa iniziativa – ha detto il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio – vogliamo ribadire il nostro no alla politica dei tagli condotta da questo governo e alla riforma della scuola secondaria superiore, i cui tempi troppo stretti di applicazione non consentono di garantire un’operazione di qualità. Perciò chiediamo ancora una volta di rinviare di un anno l’avvio della riforma”. Considerando che le possibilità che ciò avvenga sono ridotte al minimo e che la partita è ormai prettamente di carattere politico (a poco sono valsi i rilievi di Cnpi, sindacati, associazioni, Conferenza delle Regioni e Consiglio di Stato, quest’ultimi peraltro subito rientrati dopo aver avuto rassicurazioni dal Miur), la protesta bianca della Gilda (“la maggior parte degli iscritti – ha ammesso qualche giorno fa sempre Di Meglio – non si sono detti d’accordo ad aderire ad uno sciopero”) sembra avere soprattutto uno scopo: minimizzare gli effetti della riforma. Le pressioni di questi giorni, in pratica, potrebbero almeno indurre il Governo a “fornire garanzie – ha concluso il leader della Gilda – a favore degli insegnanti soprannumerari e ad impegnarsi concretamente ad assumere i precari coprendo tutti i posti vacanti“. Ora, francamente, alla luce del quadro che si è venuto a costituire negli ultimi mesi – a base di tagli drastici degli organici, novità legislative ispirate dalla cosiddetta razionalizzane e riduzioni dei finanziamenti -, quello di salvaguardare la titolarità del personale di ruolo potrebbe essere già un ottimo risultato.