Istat pubblica l’indagine: “L’integrazione scolastica e sociale delle seconde generazioni”, dove si scopre che nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, almeno 5 alunni sono di cittadinanza straniera, mentre gli iscritti stranieri nel 2015 ammontano a 148mila nelle prime e a 157mila nelle seconde
Il 23,5%, si legge sul Sole 24 Ore che pubblica il report dell’Istat, è arrivato prima dei 6 anni, il 26,2% è entrato in Italia tra i 6 e i 10 anni e il 19,9% è arrivato a 11 anni e più. Il 49% degli alunni stranieri nati all’estero viene inserito a scuola nella classe corrispondente alla propria età; quasi il 39% viene iscritto in quella classe precedente e il restante 12% in classi in cui l’età teorica di frequenza è di almeno 2 anni inferiore a quella del diretto interessato. Il 27,3% degli studenti stranieri dichiara di aver dovuto ripetere uno o più anni scolastici. Sono soprattutto i nati all’estero ad accumulare ripetenze (31%), mentre per i nati in Italia la quota di ripetenti è più vicina a quella degli italiani (rispettivamente 18,7% e 14,3%).
Gli alunni stranieri delle scuole secondarie di primo grado hanno mediamente mezzo voto in meno degli italiani in italiano e matematica. Questa differenza tende a scomparire nelle scuole superiori dove le medie degli stranieri sono sostanzialmente simili a quelle degli alunni italiani. Numeri da cui emerge anche la spiccata propensione per la matematica degli alunni cinesi che riportano voti superiori alla media sia nelle scuole di primo grado che in quelle di secondo, con risultati migliori anche rispetto agli alunni autoctoni, mentre presentano maggiori difficoltà in italiano.
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La quota di coloro che si sentono italiani sfiora il 38%; il 33% si sente straniero e poco più del 29% preferisce non rispondere. I ragazzi provenienti da Asia e America Latina sono quelli che dichiarano più frequentemente di sentirsi stranieri: Cina 42,1%, Ecuador 39,5%,Perù 38,9% e Filippine 38,4 per cento. I romeni invece sono quelli che più frequentemente sostengono di sentirsi italiani (45,8%).Tra gli studenti arrivati dopo i 10 anni di età quasi il 53% si sente straniero, a fronte del 17% che dichiara di sentirsi italiano. La situazione si capovolge tra gli studenti stranieri nati in Italia: si considera straniero solo il 23,7% degli intervistati mentre il 47,5% si sente italiano.
I docenti dichiarano in generale un buon livello di integrazione scolastica dei ragazzi stranieri, evidenziando soprattutto problemi legati alle lacune linguistiche.
I prof delle scuole dove è più elevata l’incidenza di alunni stranieri dichiarano più frequentemente situazioni di difficoltà e la necessità di modificare le modalità della propria didattica. A sua volta il 73,1% dei dirigenti scolastici dichiara una maggiore consapevolezza rispetto al passato sulla necessità di programmare adeguate strategie per un inserimento positivo dei ragazzi stranieri.
Nelle regioni del Mezzogiorno risultano più alte le quote di ragazzi stranieri che si sentono italiani(45% al Sud e 47,4% nelle Isole contro il 37,8% della media nazionale), che vogliono restare nel nostro Paese (33,7% al Sud e 36,6% nelle Isole a fronte del 31,6%) e che frequentano compagni italiani (92,3% al Sud e 89,6% nelle Isole contro l’86,2%). Al tempo stesso, sempre al Sud si registrano percentuali più basse di ripetenze e differenze più risicate nei voti in matematica e italiano rispetto agli italiani. Nel ricordare che la quota degli alunni stranieri sulla popolazione scolastica totale rappresenta un elemento che rende più complesso l’inserimento scolastico e le relazioni positive, l’indagine ipotizza che «nel Mezzogiorno, dove sono più contenuti sia il numero che l’incidenza di ragazzi di origine straniera nelle scuole, più facilmente è possibile avviare percorsi scolastici virtuosi e migliori relazioni con i coetanei.
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