Il 31 gennaio 1888 moriva Giovanni Bosco, canonizzato da Pio XI il giorno di Pasqua del 1934; Giovanni Paolo II, il 31 gennaio 1988, lo dichiarò «padre e maestro della gioventù» per la sua pedagogia basa su tre pilastri: religione, ragione e amorevolezza.
Lo ricordiamo per il grande contributo educativo che seppe dare ai giovani del suo tempo, quando la scuola e l’istruzione erano per chi poteva permetterselo, la miseria diffusa, il lavoro minorile una norma, l’analfabetismo sparso in tutta Italia.
Il suo obiettivo, a contatto con le brucianti condizioni in cui i ragazzi erano costretti a vivere, fu quello di formare buoni cristiani e onesti cittadini, educando pure alla sapienza. Su queste premesse si formò S. Domenico Savio.
Considerato, appunto, apostolo dei giovani, la sua didattica non si basava sulle teorie, peraltro ancora in mano a un idealismo di maniera, ma più semplicemente sul sempre valido principio del metodo della persuasione e dell’esempio, mentre la sua vocazione religiosa lo induceva a prevenire i comportamenti sbagliati dei ragazzi, invece di reprimerli, come era consueto fare, anche con punizioni corporali.
E la sua testimonianza educativa è ancora ben visibile negli “oratori” che, dopo il primo creato in zona Valdocco, presso Torino, si sono poi diffusi in tutta Italia con l’obiettivo di strappare dal degrado i ragazzi disagiati, senza istruzione, costretti talvolta a vivere di espedienti.
Per quest’uomo che ancora è inteso come il “Santo dei giovani”, l’ oratorio voleva essere il luogo dove i giovani e i ragazzi, a rischio, potessero trovare quei padri che non li avevano mai seguiti, padri che prendessero a cuore l’avvenire, rendendolo meno incerto, di tali figli altrimenti lasciati al loro destino.
L’oratorio fu dunque luogo dove si accoglieva, si dava fiducia, difesa, aiuto a crescere, si orientava verso i principi più nobili dell’umanità.
E su quella esperienza educativa molti pedagogisti hanno attinto materia di riflessione, fermo restando che il suo apostolato ancora viene preso ad esempio da parte di molti docenti, anche laici.
Dei tanti messaggi, che Don Bosco ha lasciato, ci piace riferirne tre: “In ogni giovane, anche il più disgraziato, c’è un punto accessibile al bene”; “La Santità consiste nello stare sempre allegri”; “Ama ciò che amano i giovani a fine che essi amino ciò che amate voi”.
Morì a Roma, dopo l’inaugurazione della basilica del S. Cuore, il 31 gennaio 1888. Era nato in un paesino vicino ad Asti il 16 agosto 1815, due mesi dopo la battaglia di Waterloo.
Come abbiamo scritto, la prova scritta del concorso ordinario per dirigenti scolastici si è svolta…
Concorso docenti Pnrr 2, finalmente lo scorso 11 dicembre è stato pubblicato il bando. Dalle…
A scuola e negli atenei, e poi nel mondo del lavoro, i ragazzi transessuali risultano…
C'è molta delusione per le misure sulla scuola inserite nella legge di bilancio approvata oggi…
Ha fatto bene il ministero dell'Istruzione a non riprogrammare le prove concorsuali del 2022 (per…
Questa mattina, venerdì 20 dicembre, a Zagabria, in Croazia, un 19enne ha fatto irruzione in…