La giornata del 31 maggio è dedicata all’emerenza fumo in Italia, che coinvolge sempre più giovani e giovanissimi che iniziano proprio a scuola la loro vita da fumatori.
L’AIRC, proprio in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco di domani 31 maggio, traccia il quadro dell’emergenza sul fumo in Italia e parallelamente presenta i progressi raggiunti dalla ricerca per la cura del tumore al polmone, patologia che per l’85-90% dei casi ha proprio nel fumo l’unico fattore di rischio.
L’associazione riporta i dati (preoccupanti) sui danni che provoca il tabacco: complessivamente circa 6 milioni di morti l’anno nel mondo. In Italia i decessi riconducibili al fumo sono tra 70.000 e 83.000, come ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel rapporto ‘The economics of tobacco and tobacco control’ pubblicato lo scorso gennaio. Nel nostro Paese ci sono 10,3 milioni di fumatori (6,2 mln uomini e 4,1 mln donne). Nel solo 2016 ci sono state circa 41.000 nuove diagnosi di tumore al polmone, il 30% delle quali tra le donne che registrano una preoccupante crescita rispetto agli anni precedenti con un +2,6%. Il tumore al polmone è la prima causa di morte per cancro in Italia con oltre 33.000 decessi nell’arco di dodici mesi.
Ma quello che risulta ancora più preoccupante è l’aumento dei fumatori giovani e giovanissimi che, in base agli ultimi dati Istat, nel nostro Paese tra gli uomini fumano di più i giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, con una percentuale del 26,4%; tra le donne, invece, consumano più tabacco le giovani tra i 20 e i 24 anni, con una percentuale del 20,5%.
Il fenomeno assume contorni altrettanto allarmanti se si considera che, la sigaretta è un fenomeno molto diffuso anche tra gli studenti delle scuole superiori: il 23,4% degli studenti intervistati fuma (erano il 20,7% nel 2010) e il 7,6% lo fa ogni giorno.
Purtroppo, i dati diffusi da AIRC non fanno che confermare il fatto che sia molto difficile estirpare il problema degli studenti-fumatori. Quanti sono, purtroppo, gli studenti che in classe alzano la mano per chiedere: “prof, posso andare in bagno?” e invece (quando hanno la decenza di non fumare in bagno direbbero alcuni docenti) si dirigono fuori ad accendere l’ennesima sigaretta?
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