Sono questi alcuni dati dell’indagine, riportate da Il Sole 24 Ore, di «AlmaDiploma 2014 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati», che sarà presentata alla fine del mese, e che Scuola24 ha anticipato, in vista dell’avvio delle iscrizioni on line. Lo studio è stato condotto su circa 90mila diplomati del 2013, 2011 e 2009, intervistati rispettivamente a uno, a tre e a cinque anni dal diploma, iscritti a oltre 350 istituti superiori che hanno scelto di aderire all’indagine.
I primi dati elaborati da AlmaDiploma permettono anche di indagare il tasso di disoccupazione: a un anno dal titolo arriva a coinvolgere 36 diplomati su cento; una quota significativa, che si riduce tra i liceali (31%) ma che raggiunge ben il 44,5% dei diplomati professionali, i più esposti alle attuali difficoltà del mercato del lavoro essendo quelli che, al termine del percorso scolastico, più di frequente decidono di mettersi alla ricerca di un impiego. A tre anni la disoccupazione riguarda il 25% dei diplomati, e cresce fino a raggiungere il 28% tra i professionali, mentre è al di sotto della media tra i liceali (22%). Ma è a cinque anni che la situazione migliora nettamente: il tasso di disoccupazione scende infatti al 20%, toccando il 16% tra i liceali. In ogni caso l’orientamento dopo il diploma è fondamentale: «Non solo è un doveroso impegno da parte delle istituzioni scolastiche, bensì una necessità, un’urgenza per il Paese», spiega il professore Andrea Cammelli, fondatore e direttore dal 1994 di AlmaLaurea.
L’indagine di AlmaDiploma evidenzia anche, riporta Il Sole 24 Ore, la condizione retributiva dei diplomati che lavorano. Ad un anno il guadagno medio è pari a 965 euro mensili (920 euro per i liceali, a 954 per i tecnici e a 1.022 euro per i professionali) e il divario di genere è del 12% a favore dei maschi. A tre anni dal conseguimento del titolo, il reddito medio complessivo raggiunge i 1.082 euro e il differenziale di genere scende al 10%, pur rimanendo sempre a favore dei maschi. A cinque anni il guadagno mensile dei diplomati maschi tocca i 1.266 euro mensili netti e il divario maschi-femmine si attesta al 15% sempre a favore dei primi (1.266 euro contro 1.100 delle femmine). Divario che si accentua in misura significativa tra i professionali, dove i maschi guadagnano il 30% in più delle femmine.
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