In Italia oltre il 48% della popolazione è obeso (più del 10%) o in sovrappeso (circa il 38%) e a livello europeo il nostro è tra i Paesi con la più bassa incidenza.
In ogni caso l’Oms ha messo in guardia l’Europa perché nel 2030 la situazione peggiorerà per quasi tutti gli Stati europei e in modo particolare l’obesità infantile: in Europa, l’Italia è dove si registra il numero maggiore di bambini affetti da questa “malattia”.
Per i medi infatti l’obesità infantile si deve prevenire perché un bambino obeso ha il 75-80% di probabilità di essere domani un adulto obeso, mentre già oggi il 35% dei cancri è imputabile all’obesità così come il 40% degli infarti; il 95% dei diabetici di tipo 2 (quello alimentare) è in sovrappeso od obeso. Il 64% di questi malati ha necessità di ospedalizzazione.
Il mangiare tanto e male inoltre riduce l’aspettativa di vita di 8 anni per l’uomo obeso e di 6 anni per la donna obesa; riduce anche gli anni di vita in salute, gli ultimi per intenderci, 18 anni di vita non in salute per l’uomo, ben 19 per la donna.
Grave la posizione dell’Italia rispetto alla sanità. Qui infatti si sta investendo molto meno rispetto agli altri Paesi del G7: la spesa pubblica sanitaria tedesca, ad esempio, è più del doppio di quella italiana.
Ci sono due modi per cambiare rotta: il primo è investire sull’educazione alimentare nelle scuole, insegnando ai bambini “come e quanto mangiare, fargli conoscere la dieta mediterranea, patrimonio immateriale dell’umanità, con la piramide alimentare e con l’importanza delle giuste porzioni”.
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