A Treviri, città natale di Karl Marx, anche i semafori ricordano il bicentenario della nascita del padre del comunismo, avvenuta il 5 maggio del 1818.
La casa invece dove abitò fino a 17 anni accoglierà i visitatori della mostra permanente, uno dei 600 eventi organizzati per l’occasione. Come la grande esposizione “Karl Marx – 1818-1883. Vita. Opere. Tempo” al “Rheinisches Landesmuseum” di Treviri, aperta dal 5 maggio fino al 21 ottobre, inaugurata dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker.
Ma il fermento che sta scuotendo la città, che come è noto fu fondata dai Romani, è lo svelamento della statua di Marx dalle dimensioni mastodontiche, ben 5,5 metri di altezza, opera dello scultore cinese Wu Weishan e dono della Repubblica popolare che deve molto a Marx; infatti sulla sua dottrina si ispirò Mao Zedong, il fondatore dell’attuale Cina. Ma anche Cuba e anche la Russia, e pure tutti gli stati che hanno tentato il riscatto dal colonialismo devono tanto alle idee di Marx.
Infatti, per omaggiare il pensiero e le intuizioni profetiche di Karl Marx, Berlino cambierà i nomi a tre strade: la Peterallee, la Lüderitzstrasse e la Nachtigalplatz, dedicate a tre colonizzatori tedeschi dell’Africa che si sono macchiati di stragi, persecuzioni, genocidi, schiavitù e deportazioni nell’Africa Tedesca del Sud-Oves (Namibia) e nell’ Africa Orientale Tedesca (Tanzania, Burundi Rwanda, e parti degli attuali Kenya, Mozambico Uganda) e in Togo e Camerun Tedesco. Dopo anni di dibattito e di lotte, la commissione culturale del quartiere berlinese di Wedding ha infatti chiesto che le strade del “quartiere africano” vengano ribattezzate perché rappresentano una glorificazione inaccettabile dei colonizzatori tedeschi in Africa.
In ogni caso sembra pure che in Russia, la patria del socialismo reale, di Lenin e Lev Trockij, secondo un sondaggio del centro demoscopico statale Vtsiom, la maggioranza non conosca i contenuti della dottrina marxista.
Se, infatti, tra chi ha più di 60 anni ben il 70% dice di conoscere “bene” chi sia Karl Marx, la percentuale fra i giovani di un’età compresa fra i 18-24 anni cala drasticamente al 25% (con un 50% che dice di “averne sentito parlare”); il 7% di loro confessa poi di “non sapere” minimamente chi sia. Questo per quanto riguarda la figura storica in sé. Quando si passa al contenuto dei suoi studi, che per l’appunto formano la base delle teorie socialiste, il 66% degli intervistati ha avuto difficoltà a rispondere mentre il 16% ha confidato di non sapere nulla del marxismo. Alcuni poi hanno attribuito a Marx frasi, teorie o slogan in realtà appartenuti ad altri padri storici del socialismo reale, come Lenin.
Pur tuttavia Marx e il marxismo da qualche anno, dopo un periodo di oblio e di tomentose, poco consistenti accuse, vengono riscoperti un po’ dappertutto, a cominciare dagli Usa e nuovamente in Africa, dove si cerca di capire il posto storicamente assunto dalla colonizzazione nel capitalismo, nel neocolonialismo e nella globalizzazione iperliberista.
In Inghilterra il Labour Party pare sia diventato marxista, per merito di Jeremy Corbyn che potrebbe diventare il primo ministro marxista dell’Europa occidentale, considerato che alle ultime elezioni ha conquistato 262 seggi al parlamento.
In Italia, sul periodico del “Corriere della Sera”, “La Lettura”, del 10 dicembre scorso, alcuni intellettuali hanno disquisito sulla attualità del pensiero marxista, raggiungendo per lo più l’idea che non si può non riconoscere la validità di alcune affermazioni formulate da Marx, «come quella con cui sostiene che l’ingiustizia sociale e gli ostacoli al funzionamento della democrazia siano riconducibili alla concentrazione della ricchezza provocata dal modo di funzionare del capitalismo, in presenza di un mercato senza regole. Alla luce dello stato in cui versano attualmente i sistemi sociali a capitalismo avanzato, si deve ammettere che il riconoscimento dell’attualità del pensiero marxiano si scontra, in sostanza, con “la difficoltà imprevista”, espressa dal fatto che molti “detrattori” erano un tempo tra i suoi principali sostenitori, approdati poi “all’accettazione dell’ordine esistente come unico orizzonte invalicabile”. Non riconoscere la veridicità di questa conclusione è solo dovuto all’”autismo culturale”, proprio di chi ha interiorizzato acriticamente l’imperante ideologia neoliberista».
Ci permettiamo infine suggerire agli attuali dirigenti del Pd, eredi del vecchio Partito comunista italiano, di riprendere a studiare, con diligenza e attenzione, gli scritti di Karl Marx, a cominciare dal Manifesto, attraverso Il Capitale, fino ai Manoscritti economico-filosofici e alla Critica del programma di Gotha, contro il riformismo socialdemocratico che andava diffondendosi nei maggiori partiti dei lavoratori.
Per dare un breve ragguaglio ecco una breve biografia
Karl Marx nasce a Treviri (in tedesco Trier), città del Land tedesco della Renania-Palatinato, il 5 maggio 1818. Dopo aver ricevuto un’educazione ispirata a valori razionalistici e liberali, si dedica al giornalismo politico, come caporedattore della ‘Gazzetta renana’, ma, nel 1843, è costretto a trasferirsi a Parigi a causa della chiusura del giornale da parte del governo prussiano e delle accuso di sedizione sul suo conto. Nella capitale francese conosce Engels, con il quale stringe un’amicizia che durerà tutta la vita. Aderisce al partito comunista e, nel 1847, viene incaricato, insieme a Engels, di elaborare per la Lega dei comunisti un documento teorico-programmatico, il Manifesto del partito comunista, edito nel 1848. Nel 1866 Marx inizia il primo libro del Capitale, ma il secondo ed il terzo volume appariranno postumi nel 1885 e nel 1894.
Marx muore a Londra il 14 marzo 1883.
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