Fa discutere la circolare che invita i docenti a non assegnare voti inferiori a 5 sulle pagelle del primo quadrimestre, prodotta dalla dirigente scolastica dell’Istituto “Viscontino” di Roma, Rossana Piera Guglielmi: dopo le contestazioni di un gruppo di insegnanti dell’istituto comprensivo capitolino e le perplessità del ministro dell’Istruzione, anche i sindacati dicono la loro dicendosi contrari.
Turi (Uil): il condizionamento nella didattica sta diventando inaccettabile
Secondo Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, quella della preside romana è stata “una interferenza inaccettabile: il dirigente scolastico non può fare una cosa del genere. È assurdo, la valutazione attiene al docente, questi nella sua libertà di insegnamento ha competenze che non possono essere inficiate. Sono circolari illegittime”.
Il leader della Uil ricorda che a Natale il ministro Bussetti chiese di non dare troppi compiti gli studenti, “ma quella era solo una indicazione, non un obbligo, poi la scuola nella sua autonomia decide la didattica autonomamente. E tuttavia è sempre un condizionamento. Il docente invece non può essere vincolato: la libertà di insegnamento è tutelata dalla costituzione. Il condizionamento nella didattica sta diventando inaccettabile”.
Gissi (Cisl): un’invasione del diritto dell’insegnante
Per Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, “se da una parte può essere una indicazione per evitare distinzioni, aspettative o la demoralizzazione degli allievi, dall’altra c’è una invasione del diritto dell’insegnante ad educare i ragazzi come ritiene. Prima di uscire in modo così netto, quali sono state le occasioni della preside per discuterne con i dipartimenti o nei consigli di classe? Da dove nasce questa esigenza?”.
“Questi processi non possono partire dall’alto, devono far parte di una discussione comune: non è scandalosa una richiesta del genere, ma perchè la preside è arrivata a questa determinazione?”
Rete studenti Medi: un giudizio sotto il 5 può determinare un abbandono
Di diverso avviso sono invece le associazioni degli studenti. “Se un preside arriva a questa decisione – sostiene Gianmarco Manfreda coordinatore della Rete degli studenti Medi – c’è l’evidenza di un problema che noi riscontriamo da tempo e da tempo vorremmo mettere al centro della discussione: l’aver definito la valutazione come semplice numero sulla materia senza vedere, spesso, i progressi e la situazione da cui parte lo studente”.
“Il corpo docente e tutta la scuola si dovrebbero domandare perché la preside è arrivata ad un atto del genere che in parte l’ha fatta uscire dal suo ruolo canonico. La preside ha messo i docenti davanti ad un problema che spesso questi non si pongono: mettere i voti in un pagellino non può essere fatto a cuor leggero; a volte dare un giudizio sotto il 5 può determinare un abbandono. Questa preside si pone giustamente un problema: se uno studente lascia la scuola ha fallito”.