Sono passati precisamente 400 anni da qual lontano 1609, quando Galileo Galilei avviò una serie di scoperte con l’uso astronomico del cannocchiale, che nel giro di tre anni compresero il riconoscimento di caratteristiche “terrestri” sulla superficie della Luna: fu la prova che la Via Lattea è composta di moltissime stelle, ma anche della scoperta dei quattro satelliti maggiori di Giove, di quella delle fasi di Venere e dell’osservazione del moto delle macchie Solari.
Il 6 aprile in due sedi storiche di Roma si svolgerà un doppio appuntamento proprio sul 400o anniversario: le sale dell’antico convento di S. Maria sopra Minerva che ospitarono il processo a Galilei e fanno attualmente parte della Biblioteca della Camera; e la sede dell’Accademia dei Lincei, di cui Galilei fu uno dei primi membri fin dal 1611, poco dopo aver dimostrato dal Gianicolo le capacità del suo cannocchiale. I lavori comprenderanno una parte storiografica e una di attualità scientifica. Nella prima sarà discusso (Paolo Rossi, Università di Firenze: La terra, la Luna, Galilei) l’impatto dell’impressionante progressione con cui Galilei focalizzò strumentazione, osservazioni e interpretazioni su una coerente immagine eliocentrica del mondo, in parallelo alla pubblicazione nel 1609 delle leggi di Keplero sulle orbite planetarie. La notizia dilagò in Europa spezzando in pochi anni le incrostazioni millenarie depositate dagli epigoni Aristotelici sulla visione umana dell’ Universo ed avviando l’Astronomia moderna.
Durante l’iniziativa sarà anche illustrato (David Freedberg, Columbia University: Galileo, Astronomia e Scienze Naturali) un aspetto meno noto dell’attività di Galilei: il suo fondamentale contributo alla strumentazione microscopica e al metodo delle Scienze Naturali nell’ambito dell’Accademia dei Lincei. Infatti Galilei mostrò alle Scienze moderne, da quelle dell’Universo a quelle della Vita, l’efficacia del paradigma epistemologico che alterna progresso strumentale e nuove misure od osservazioni (“sensate esperienze”) con interpretazioni teoriche (“certe dimostrazioni”). Questi itinerari intellettuali saranno documentati dalla mostra “Favelleran di te sempre le stelle: Galilei, i primi Lincei e l’Astronomia” che sarà inaugurata lo stesso 6 aprile alle 17: 30 presso la Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana; impreziosita da autografi Galileiani e da rari stampati. La mostra documenta il ruolo strategico dell’Accademia dei Lincei nell’avvio delle Scienze moderne e quello specifico del fondatore Federico Cesi a sostegno della comunicazione editoriale di Galilei.
Nella seconda parte saranno illustrati gli sviluppi attuali delle scoperte Galileiane, che hanno espanso la conoscenza astronomica ai bordi del Sistema Solare e ai pianeti extrasolari, alle centinaia di miliardi di stelle della nostra Galassia, a milioni di galassie esterne osservate fra i molti miliardi che ne prevediamo entro l’Universo visibile, all’analisi sperimentale delle possibilità di vita oltre la Terra.
Sarà mostrato come ci si appresta a scoprire e mappare sistematicamente in raggi X gruppi e ammassi di migliaia di galassie, che formano le prime strutture a grande scala ai confini dell’Universo nello spazio-tempo (Riccardo Giacconi, premio Nobel, Johns Hopkins University: Astronomia, da Galilei alle nuove astronomie). Saranno illustrate le recenti scoperte di centinaia di esopianeti attorno a stelle nella Galassia; in particolare, le recentissime scoperte in ottico e infrarosso di pianeti simili alla Terra e in condizioni “abitabili”, con le prime misurazioni di composizioni atmosferiche capaci di svelare impronte di attivita` biologica extraterrestre (Michel Mayor, Observatoire de Genève: Other Worlds in the Universe)
“Se oggi conosciamo ed investighiamo questi nuovi domini della Natura interconnessi in una rete dettagliata ed ampia al di là di quanto Galilei poteva immaginare – commentano dall’antica Accademia – e se da questa vasta base elevata possiamo riflettere in modo razionale anche sui confini della Scienza, lo dobbiamo al cammino iniziato nel 1609 da Galilei”.