Salta il tavolo delle trattative sugli aumenti retributivi del personale docente. I sindacati hanno giudicato inaccettabile la proposta del Governo di stanziare per il prossimo anno solo 650 miliardi che, a conti fatti, si tradurrebbero in un aumento di circa 70.000 lorde mensili. Tutt’altro trattamento sarà, invece, riservato ai dirigenti scolastici, per i quali sono previsti aumenti di 1 milione e 700mila lire mensili.
I sindacati chiamano a raccolta il personale della scuola per lo sciopero generale che si terrà il 7 dicembre in tutt’Itali. Oltre ai sindacati firmatari del contratto di lavoro, Cgil, Cisl, Uil e Snals, aderiranno alla protesta anche la Gilda i Cobas e L’Unicobas. Insomma: blocco totale. Sempre che non si arrivi a un dignitoso compromesso in tempo utile. Va detto subito, però, che l’ipotesi è del tutto improbabile. Per lo meno stando alle richieste dei sindacati, che reclamano un aumento di circa 900mila lire mensili a regime entro 3 anni. In pratica: l’adeguamento delle retribuzioni agli standard europei. La posizione del Governo, infatti, è molto distante dalle rivendicazioni salariali dei sindacati: Palazzo Chigi, nel corso delle recenti trattative, non ha fatto altro che confermare gli stanziamenti già attivati. E cioè, 650 miliardi per il 2001, 300 miliardi per il 2002 e 400 miliardi per il 2003. Ai quali si aggiungono i 1.260 miliardi del concorsone per i superdocenti.
Insomma, ben poca cosa. Specie se confrontati con gli aumenti previsti per i dirigenti scolastici già a partire da quest’anno: circa 1 milione e 700mila lire mensili. Il testo normativo di riferimento è l’articolo 45, comma 3, del disegno di legge Senato n.4885, in corso di approvazione presso l’assemblea di Palazzo Madama.
Si preannuncia un autunno caldo. Anche in vista delle elezioni delle Rsu: un motivo in più per irrigidire le posizioni dei sindacati che, mai come in questo momento, non possono permettersi il lusso di scontentare i lavoratori.
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