Secondo il rapporto annuale dell’Osservatorio “Viva Voce”, presentato durante la Giornata Internazionale della “Consapevolezza sulla Balbuzie”, sette bambini su dieci tra coloro che soffrono di balbuzie o di una qualche forma di disturbo del linguaggio sono vittime di comportamenti di discriminazione e derisione a causa del loro modo di parlare.
Lo studio ha preso in esame un campione di 110 bambini e ragazzi balbuzienti e 114 genitori con l’obiettivo principale di esaminare la frequenza di tali episodi discriminatori, venendo alle conclusione che oltre il 70% per cento dei bambini e ragazzi che hanno subito atti di Voice Shaming hanno confessato che avrebbero voluto ricevere aiuto, ma spesso non sapevano a chi rivolgersi.
L’indagine ha messo in luce che il Voice Shaming nei confronti delle persone balbuzienti è una realtà effettivamente molto diffusa, in particolare tra i più giovani: ben il 71% di bambini e ragazzi con disturbi del linguaggio ha riferito di aver subito comportamenti di derisione, discriminazione e isolamento sociale. Il 61% di questi fenomeni avviene a scuola e nel 34% dei casi in contesti di svago o legati allo sport.
Secondo le stime più accreditate, in Italia a soffrire di una qualche forma di disturbo del linguaggio sono ben 3 milioni di persone che spesso finiscono per essere oggetto di esclusione in termini di relazioni interpersonali, sociali e lavorative.
Gli episodi di Voice Shaming si verificano prevalentemente a scuola, dove avviene il 61% dei casi segnalati, seguiti dai luoghi di svago come parchi e centri sportivi (34%). Le modalità con cui si manifesta il Voice Shaming sono spesso riconducibili a imitazioni della voce (39%), atti di derisione ed esclusione (22%) o commenti negativi e/o denigratori (17%).
Le conseguenze di questi comportamenti si riflettono in profondi disagi emotivi. Molti bambini, a seguito di circostanze discriminatorie, hanno espresso sentimenti di tristezza (31%), vergogna (26%) e rabbia (25%). Il disagio psicologico influisce anche sulla vita sociale, portando alcuni a evitare situazioni in cui temono di essere giudicati a causa del loro modo di parlare, con ricadute sul benessere generale e sulla capacità di fare amicizia.