Oggi sono i cellulari intelligenti ad attirare i desideri di chi sta per finire le medie, sottolineando l’esigenza di una maggiore attenzione ai rischi connessi al propagarsi delle tecnologie tra i giovanissimi. Così l’educazione a un uso consapevole di Internet e delle più diffuse soluzioni di comunicazione non è più differibile.
Sono i dati più significativi che emergono dalla terza tappa barese -dopo quelle di Genova e Catanzaro- del tour educativo dedicato alla tutela dei minori online, intitolato “Anche io ho qualcosa da dire”, promosso da Telecom Italia. Nel corso degli incontri di questi giorni sono illustrati i risultati di una ricerca eseguita insieme al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università Magna Grecia di Catanzaro che, attraverso la voce degli interessati, ha permesso di valutare il rapporto tra le nuove generazioni e la Rete.
Il campione di oltre 1.500 studenti dell’età media di 14 anni ha offerto uno spaccato sociale interessante. Le risposte ai 55 quesiti consentono di radiografare l’universo dei teenager e rilevarne interessi e tendenze. Solo il 52,9% dei ragazzi dice di essersi avvicinato ad Internet con la guida o l’aiuto di qualcuno e solo nel 4,1% dei casi l’ausilio è arrivato dalla scuola o dagli insegnanti. Circostanza che lascia pensare a un’inadeguatezza del sistema didattico e all’impreparazione del corpo docente a misurarsi sull’hi-tech. Per questa ragione la direzione Iniziative e Progetti Speciali di Telecom Italia ha calibrato il tour progettando interventi mirati nelle aule, con l’obiettivo di sensibilizzare non solo scolari e studenti, ma anche chi normalmente siede in cattedra.
Gli scolari tra la quarta elementare e il secondo anno delle superiori, “nel 22% dei casi riferisce di avere avuto esperienze spiacevoli sul web, ma il 27% ammette di essere stato invitato a incontrare personalmente persone trovate in Rete”.
“Inquieta apprendere che l’8% degli oltre 1.500 ragazzi che hanno compilato i questionari ha accettato appuntamenti con sconosciuti”.
Il 28% dei giovanissimi adopera in Rete un soprannome o un nickname, mentre il 12% è registrato sui social network con un falso profilo o un’identità non corrispondente alla propria.
“Al 12,8% dei giovanissimi piace raccontare bugie sui social network: nel ruolo di Pinocchio ci si ritrovano meglio i maschietti (14,5%) che distanziano le femminucce di 7 punti (7,4%)”.
A fronte delle ragioni che spingono ad agire sotto falso nome, emerge che l’84% dei ragazzi sa di poter essere denunciato per comportamenti tenuti su Internet e sui social network. Affrontato anche il tema dei rischi di abuso e violenza nella comunicazione digitale tra minori: la tavola rotonda all’Istituto Tecnico Professionale Gorjux di Bari, prende spunto da alcune sequenze del film ”Disconnect”, opera fuori concorso alla 69.ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Racconta l’intreccio di differenti personaggi che incrociano la loro vita attraverso l’uso dei social network, ispirandosi a fatti accaduti.
Il fenomeno del ‘sexting’, la messaggistica a contenuto esplicitamente sessuale con invio di immagini e filmati a luci rosse, autoprodotti anche da minorenni, è uno dei temi salienti della campagna di sensibilizzazione Telecom. Oltre a spiegare ai giovanissimi i pericoli di questi comportamenti e l’impossibilità di porre rimedio a certe bravate, l’iniziativa giunge ad approfondimenti per professionisti, legali ed educatori.
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