Il provvedimento (n. 104 del 12 settembre scorso) che prevede tra l’altro il cosiddetto welfare dello studente, norme da hoc per i dirigenti scolastici, fondi per ridurre la spesa per i libri di testo, la lotta alla dispersione scolastica e la tutela della salute scuola, dovrebbe essere licenziato questa settimana dalla commissione Cultura della Camera per poi passare all’Aula di Montecitorio con il rischio di lasciare al Senato solo due settimane per la seconda lettura e la conversione in legge, che dovrà arrivare prima dell’11 novembre prossimo.
Tuttavia, a parte questo travagliato iter “temporale”, il Sole 24 ore pubblica che ci sono ben altri nuvoloni. Tra questi da riparare c’è quello della copertura del decreto legge in parte assicurata dall’aumento delle aliquote di accisa sulla birra, sui prodotti alcolici intermedi e sull’alcol etilico. Un aumento che, secondo quanto prevede la relazione tecnica all’articolo 25 del decreto d’urgenza, dovrà garantire maggiori entrate erariali per 13,3 milioni nel 2013, 147,8 milioni nel prossimo anno, nonché 229,4 milioni per l’anno 2016 e 224, 6 milioni a decorrere dall’anno 2017.
A chiudere l’ombrello ci sarebbe pure l’intervento del relatore al decreto legge, Giancarlo Galan (Pdl), tanto da spingerlo a presentare un emendamento che sostituisce integralmente le coperture. Ma questo parapioggia, scrive sempre Il Sole, potrebbe rilevarsi anche peggio.
L’emendamento Galan, infatti, evitando l’aumento delle accise, dovrebbe garantire le corrispondenti risorse indicate dal Governo nel Dl attraverso l’applicazione dell’Iva al 22% a quasi tutti i servizi resi da Poste Italiane senza possibilità di rivalsa sul cliente e quindi accollandosene il relativo costo.
Entrate insufficienti per l’Erario
Se da un lato l’emendamento Galan appare in linea con il parere reso dalla commissione Finanze della Camera, dall’altro la proposta di puntare sull’aumento dell’Iva al 22% sui prodotti postali non determina gli effetti finanziari attesi, ossia le maggiori entrate per l’erario occorrenti per compensare l’eliminazione degli aumenti delle accise, mentre la modifica prospettata con l’emendamento Galan esporrebbe l’Italia alle censure comunitarie ai sensi dell’articolo 258 Tfue.
È opportuno ricordare infine, dice sempre Il Sole 24 Ore, che l’emendamento Galan sulle coperture, come detto, ricalca in toto un emendamento che la scorsa estate in occasione del Dl n. 76 ha già subito lo stop in partenza della Commissione Bilancio di Palazzo Madama per i maggiori oneri che generava e quindi non ritenuto in grado di assicurare le risorse attese.
Una questione di non poco conto, se si considera che il provvedimento arriverà, come indicato, all’esame del Senato quasi al limite del tempo massimo per la conversione in legge e quindi con poche possibilità di essere modificato per una terza lettura. Ma, nel caso in cui dovesse passare alla Camera la proposta Galan (anche se va detto che la Commissione Bilancio della Camera ancora si deve esprimere), di fronte ad una disposizione che la Commissione Bilancio del Senato ha ritenuto contraria all’articolo 81 della Costituzione, una terza lettura sarebbe inevitabile, con tutti i rischi di decadenza del decreto "istruzione".
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