È giunto in Gazzetta ufficiale il decreto di autorizzazione del nuovo corso-concorso per selezionare e formare 123 dirigenti dello Stato: il testo è stato controfirmato dalla ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, di concerto con il titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Addio al nozionismo
Il provvedimento autorizza la Scuola nazionale dell’amministrazione a procedere con un bando che dovrebbe fare da apripista alle novità sul reclutamento previste nella riforma della PA.
Come preannunciato qualche settimana fa dalla Tecnica della Scuola, si ridurrà il tasso di nozionismo, dando spazio a prove attitudinali, si supereranno i classici temi, con test di problem solving relativi a situazioni concrete.
Si tratta di un primo banco di prova, quindi, per le innovazioni sui concorsi, per cui si attendono linee guida ad hoc.
Spazio ai casi reali
Come si svolgeranno le prove? Gli scritti, prima di tutto, non saranno più contrassegnati dal tema, generale o specifico; al suo posto arriva la richiesta di sviluppare “un dossier con un caso concreto da affrontare”.
Pure il colloquio finale, per i candidati dirigenti che non saranno fermati prima, sarà rinnovato ed orientato a verificare le cosiddette “competenze trasversali”: nella valutazione potrebbero rientrare “le cosiddette ‘soft skill’, ovvero le capacità più puramente manageriali”.
Il modello introdotto servirà ad avvicinare l’Italia alle metodologie di selezione adottate nei Paesi più moderni, dove i test selettivi, per l’accesso alle professioni dirigenziali, risultano sempre più orientati alla verifica di conoscenze, capacità e competenze trasversali e legate al ragionamento piuttosto che alle abilità mnemoniche.