“Appare inspiegabile che il decreto ministeriale con il quale è stato indetto il bando abbia previsto quale requisito per l’ammissione la cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione europea, nonostante siano ormai in vigore da più di un anno gli emendamenti alla normativa sul pubblico impiego apportati dalla ‘legge europea 2013’ (L. n. 97/2013, art. 7), che ha esteso l’accesso alla funzione pubblica anche alle categorie di cittadini di Stati terzi non membri dell’Unione europea protetti dal diritto dell’Unione europea, ovvero i familiari di cittadini di Stati membri UE, i ‘lungo soggiornanti’ di cui alla direttiva 109/2003 e i rifugiati e titolari di protezione sussidiaria”.
Il riferimento è il bando per l’inserimento delle graduatorie d’istituto di III fascia del personale Ata (Decreto Ministeriale 717 del 5 settembre 2014 e allegati) e la denuncia arriva dall’Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, che ha scritto al Miur per chiedere di porre urgente rimedio, modificando i requisiti richiesti ai fini dell’ammissione alle graduatorie in senso conforme al testo dell’art. 38 d.lgs. n. 165/01, con l’eliminazione della clausola di cittadinanza italiana o UE e dando immediata pubblicità alla modifica del requisito, posticipando la data ultima di presentazione della domanda (ora prevista per l’8 ottobre 2014) al fine di consentire la diffusione della notizia e l’effettiva possibilità di partecipazione dei cittadini stranieri a parità di condizione con quelli italiani e di altri Stati membri UE.
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