Il biennio finale dell’obbligo potrebbe svolgersi anche nei Cfp
Il biennio finale dell’obbligo scolastico, riguardante la formazione dei giovani tra i 14 ed i 16 anni e comunque successivo al conseguimento della licenza media, potrebbe tornare ad essere svolto anche presso gli istituti facenti capo alla formazione professionale regionale (i cosiddetti Cfp): su questa ipotesi sta per essere aperta una discussione alla Camera, avviata da un emendamento al decreto legislativo n. 112 presentato da alcuni esponenti appartenenti alla stessa maggioranza di governo.
La modifica alle attuali modalità di assolvimento dell’obbligo scolastico prevede in sostanza che si possa assolvere l’ultimo periodo formativo obbligatorio anche nel sistema regionale della formazione professionale e nei percorsi triennali istituiti dal ministro Moratti, che in tal modo uscirebbero dalla sperimentalità per diventare definitivi. In base alla normativa vigente, invece, un ragazzo con meno di 16 anni ha facoltà di scegliere una scuola superiore solo se pubblica o parificata, ma non iscriversi ad un corso professionale gestito dalla regione. L’opposizione ha è scesa immediatamente in campo, denunciando un’operazione che di fatto sposterebbe l’obbligo scolastico da 16 anni a 14. A parlare è stato il Segretario del Partito democratico Walter Veltroni: “se fossi il Ministro dell’Istruzione – ha detto il leader del Pd – avrei qualcosa da dire. Spero abbia l’autonomia intellettuale per esprimere la propria posizione”. Pronta la replica del Ministro Gelmini: “l’emendamento proposto dal governo – ha fatto sapere il titolare dell’istruzione – non incide minimamente sull’obbligo di istruzione, che rimane a 16 anni. Evidentemente Walter Veltroni è stato male informato dai suoi collaboratori. L’obbligo rimane e può essere assolto nei percorsi di formazione professionale che aveva introdotto, in via sperimentale, il governo di centrosinistra”.
Le parole della Gelmini non sembrano però aver spazzato vie le perplessità per l’apertura all’assolvimento dell’obbligo nei Cfp. Secondo Enrico Panini, segretario uscente della Flc-Cgil, se l’emendamento verrà approvata si tratterebbe “dell’ennesimo colpo di mano per via legislativa contro la scuola pubblica e una sconfessione degli impegni assunti dal ministro Gelmini”.
“Così si riporta l’orologio della storia agli anni Cinquanta – continua Panini -, alle scelte precoci compiute a 14 anni di età, si torna a separare sulla base del reddito, per chi ha mezzi e opportunità sociali la scuola vera, per chi parte da qualche svantaggio sociale, il canale di serie C. Si spacca l’unitarietà del sistema creando per i meno fortunati un canale parallelo discriminatorio, si regionalizza e si privatizza un pezzo di formazione”.
Per il sindacato della conoscenza facente capo alla Cgil l’operazione rientrerebbe in una strategia globale di impoverimento dell’istruzione pubblica. “Tagli indiscriminati, revisione totale di ordinamenti, organizzazione e didattica, continui stop and go ai processi di riforma, testimoniano – per il neo segretario confederale – l’alta considerazione che questo Governo ha per i delicati meccanismi di funzionamento della scuola e svela, se ce ne fosse ancora bisogno, come tutto il discredito gettato sul sistema e i docenti fosse finalizzato a far passare nella società l’opera di smantellamento della scuola pubblica”.