Il Ministro dell’Istruzione uscente Patrizio Bianchi ha fatto un primo bilancio del suo lavoro portato avanti in più di un anno al dicastero di Viale Trastevere in un articolo pubblicato oggi su IlSole24Ore.
Innanzitutto il Ministro ha salutato con gioia l’apertura dell’anno scolastico dopo due anni di pandemia, finalmente senza particolari restrizioni: “Oltre 7 milioni di studentesse e studenti tornano a riappropriarsi in questi giorni di una nuova normalità fatta di compagni di banco, di visi non più coperti da mascherine, di sorrisi e vicinanza. È una riconquista di abitudini che abbiamo dato a lungo per scontate e delle quali, grazie alla pandemia, abbiamo riapprezzato il valore: la scuola non è soltanto luogo di trasmissione del sapere. È socialità”, ha scritto.
“In questi due anni abbiamo lavorato duramente e con convinzione per ricostruire e consolidare una scuola che è prima di tutto comunità, garantendo il diritto allo studio a ogni bambino e ragazzo nelle migliori condizioni possibili nonostante l’emergenza sanitaria. In presenza e in sicurezza, ma senza mai distogliere lo sguardo dagli obiettivi futuri, perché è nel presente che si pongono le basi di ciò che sarà la nuova scuola di cui il Paese ha bisogno”, ha continuato.
Ecco il messaggio di Bianchi a chi ogni giorno vive la scuola in prima persona: “Sono orgoglioso di tutte le scuole che ho avuto la possibilità di visitare in questo anno e mezzo, delle studentesse, degli studenti, del personale scolastico e delle famiglie incontrate. Quanta eccellenza, quanta straordinarietà c’è nel nostro Paese, che rimane silenziosamente non raccontata, sovrastata dal rumore delle criticità da risanare. Quando mi chiedo come sarà, come deve essere la scuola del futuro, penso a queste realtà, disseminate in tutta Italia. Sono convinto che dobbiamo mettere a sistema tutte queste esperienze, realizzare una scuola pubblica di alta qualità in ogni territorio, intervenendo in maniera sostanziale laddove ci sono emergenze educative, per colmare i divari e assicurare pari opportunità e uguaglianza a ogni bambina e bambino”.
Il Ministro ha poi cercato di guardare al futuro, in un contesto in cui c’è tanta speranza per i fondi stanziati dal Pnrr: “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è lo strumento di cui disponiamo per intervenire in tal senso e nell’ambito dell’Istruzione, attraverso le 6 riforme e le 11 linee di investimento previste, agisce proprio in questo senso: dagli asili nido e dalle scuole dell’infanzia fino al reclutamento dei docenti, tocca punti nevralgici del sistema di istruzione”.
“In questi mesi abbiamo lavorato per mantenere gli impegni presi nei tempi previsti: il ministero che guido ha già assegnato più di 10 miliardi, in particolare per interventi di edilizia scolastica, e approvato la maggior parte delle riforme. L’urgenza non dipende solo dai termini previsti dall’Unione europea, ma dalla necessità di soddisfare le esigenze delle cittadine e dei cittadini. Per questo sono convinto che chi prenderà le redini del Paese dopo il 25 settembre proseguirà su questa strada senza disperdere il grande lavoro che abbiamo portato avanti con il Pnrr”, ha continuato Bianchi a proposito.
“Oltre 2 miliardi di euro per trasformare 100.000 classi e renderle ambienti di apprendimento innovativi. Un investimento di 1,189 miliardi per costruire 212 nuove scuole, progettate seguendo i bisogni del territorio di riferimento e le indicazioni di un qualificato gruppo di architetti. 4,6 miliardi per intervenire sul segmento dell’infanzia, fondamentale per contrastare la povertà educativa, con l’obiettivo di aumentare l’offerta per la fascia 0-6 con 264.480 nuovi posti, in particolare al Sud, dove le strutture sono meno presenti. Una misura di giustizia – ha aggiunto- non solo per i più piccoli, ma anche per sostenere la genitorialità e l’occupazione femminile. Mense per garantire il tempo pieno, palestre per concorrere al pieno sviluppo di ogni giovane, interventi di messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico, ma anche azioni per le competenze: 1,5 miliardi per ridurre i divari territoriali, risorse per gli Istituti tecnici superiori (Its), riformati grazie alla collaborazione del Parlamento, nuove regole per accedere all’insegnamento e la decisione di mettere la formazione al centro di un percorso professionale prezioso per la salute della nostra democrazia”.
“Sono solo alcuni dei passi di un cammino di rinnovamento che abbiamo portato avanti senza esitazione, coinvolgendo tutti coloro che sono parte della scuola. Un cammino che non si deve interrompere e va sostenuto con responsabilità e passione”, ha concluso il Ministro dell’Istruzione uscente.
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