Un Piano Nazionale da 1 miliardo per la Scuola Digitale, con 350 milioni già stanziati nei primi 6 mesi dal lancio. Fondi aggiuntivi e nuovi strumenti e interventi per migliorare la qualità dell’edilizia scolastica.
Risorse raddoppiate per il funzionamento delle scuole. Novantamila insegnanti assunti nel 2015, il numero più elevato degli ultimi 20 anni. Un concorso da 63.712 posti bandito nel 2016.
Sono alcuni dei risultati raggiunti nei primi 12 mesi di attuazione della legge “Buona Scuola”, approvata il 9 luglio 2015 e poi entrata in vigore il 16 luglio, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La ministra Giannini gongola, ma come accadere spesso i numeri non coincidono con i dati reali e il malcontento che la legge sta lasciando tra di docenti.
“Dopo una consultazione partecipata e un ampio dibattito parlamentare – ha commentato la ministra Giannini – la Buona Scuola sta finalmente diventando realtà. Stiamo dando attuazione ad una legge che interpreta una precisa scelta e una priorità del Governo: scommettere sull’istruzione come asse strategico dello sviluppo e della crescita del Paese. Quello appena trascorso è stato un anno intenso per il Miur”.
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In ogni caso, si dice anche da altri ambienti, questo governo ha consentito un taglio notevole al precariato, immettendo migliaia di persone nei ruoli della scuola, ha dato 500 euro per l’aggiornamento, sta, anche se a macchia di leopardo, favorendo l’edilizia scolastica, ha in cantiere un nuovo concorso a dirigente, si muove per dare stabilità al sostegno, garantendo gli alunni in difficoltà.
Cifre insufficienti forse, ma ricordiamo, per esempio, che l’aggiornamento fino a qualche decennio fa era l’unico modo per passare di gradone stipendiale o che era semplicemente obbligatorio senza altra alternativa. Disporre di 500 euro per acquistare strumenti per migliorare la didattica non è mai capitato.