Il rapporto, scrive Agi, si basa sulle risposte di 614 genitori con almeno un figlio di età compresa tra 0 e 4 anni, rilevando che la maggior parte delle madri e più di due terzi dei padri si rivolgono ai social media per ottenere consigli sulla genitorialità o per condividere le loro esperienze.
Le discussioni più comuni riguardano l’educazione al vasino: il 44%, il sonno dei bambini: il 42%, l‘alimentazione o l’allattamento al seno: il 37%, la disciplina: il 37%, i problemi di comportamento: il 33%, le vaccinazioni: il 26%, l’asilo nido o la scuola materna: il 24% e l’intesa con gli altri bambini: il 21%.
Un numero minore ha affermato di utilizzare le piattaforme perché non ha parenti o amici nelle vicinanze, non ha abbastanza occasioni per chiedere al pediatra del proprio figlio o è troppo imbarazzato per farlo di persona.
Tuttavia l’aspetto più inquietante investe un genitore su dieci che ritiene i social molto utili anche per decidere quando portare il figlio dal medico.
Quasi l’80% dei genitori ritiene, inoltre, che gli altri genitori condividano troppo sui social media vantandosi del proprio figlio o mostrandolo troppo spesso.
Oltre il 60% ritiene che i genitori possano fornire informazioni personali che potrebbero mettere in imbarazzo il bimbo quando sarà più grande, mentre la metà afferma di aver visto genitori pubblicare informazioni false e più di un quarto ha notato che alcuni genitori condividono foto inappropriate del corpo del bambino.
Più della metà dei genitori, tuttavia, utilizza le impostazioni della privacy o limita la possibilità di vedere i post relativi ai propri figli. Quasi un terzo evita anche di pubblicare foto o video dei propri bambini, mentre circa uno su cinque partecipa a gruppi chiusi.
Due genitori su cinque pensano che sia difficile distinguere i consigli buoni da quelli cattivi sui social media.
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