L’anno 2016 sarà ricordato come l’anno dell’astrofisica.
Infatti il febbraio scorso c’è stata la conferma della teoria della relatività generale. Si tratta di un nuovo metodo per studiare l’universo, i buchi neri e il tessuto dello spazio-tempo. Gli esperti parlerebbero dello spazio-tempo di Minkowski, delle trasformazioni di Lorentz, delle geodetiche e degli integrali definiti secondo Riemann, strumenti utili per scoprire la verità sulle onde gravitazionali. Ebbene sulla scoperta delle onde gravitazionali, già intuite da Alber Einstein, hanno contribuito magistralmente diversi fisici italiani.
Infatti alle 10.50 e 45 secondi (ora italiana) del 14 settembre 2015 i due interferometri dell’esperimento Ligo negli Stati Uniti, precisamente nello Stato di Washington e in Louisiana, hanno registrato un dato anomalo. Da quel momento sono iniziate le verifiche. In seguito a queste verifiche, alle 16.30 del giorno 11 febbraio 2016 a Pisa e contemporaneamente a Washington, è stato dato l’annuncio ufficiale della scoperta delle onde gravitazionali. Le onde gravitazionali sono state ascoltate e la loro voce registrata.
Si è parlato di sinfonia gravitazionale dell’Universo, originata dalla fusione di due buchi neri. Tale sinfonia cosmica non è stato un caso isolato, a comunicarlo ufficialmente è l’astrofisica italiana Alessandra Buonanno, che spiega che gli interferometri laser di Ligo, negli Usa, hanno registrato un nuovo evento a tre mesi dal primo: anche in questo caso il segnale è stato prodotto da due buchi neri che si sono fusi. L’onda registrata a dicembre, spiega l’italiana Buonanno direttrice dell’Einstein Institute di Potsdam in Germania, corrisponde perfettamente a quanto prevede la teoria relativa allo spiraleggiare di due buchi neri uno intorno all’altro prima dell’abbraccio finale.
Inoltre i nostri calcoli ci dicono che uno dei ruotava su se stesso. In buona sostanza si potrebbe paragonare il suono delle onde gravitazionali, a un ballo di valzer tra due buchi neri, che si avvitano l’uno sull’altro al suono di una dolce sinfonia che lascia ben sperare per lo studio futuro dell’astrofisica. Il bello di questa grandissima rivoluzione scientifica è che l’Italia è in prima linea con tanti studiosi di primo ordine.
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