Per il premier Renzi, il bonus da 500 euro per i docenti “non è una mancia, ma è una cosa giusta: un riconoscimento del valore degli insegnanti”.
Dal palco della Leopolda, il presidente del Consiglio non ha solo auspicato “più dettati e riassunti già dalle elementari”, ma ha anche ammesso che “sulla scuola c’è ancora molto da fare”. Prendendo, ad esempio positivo, proprio la recente assegnazione dei 500 euro a circa 600mila docenti di ruolo, finalizzati alla loro formazione (attraverso corsi certificati, materiali di supporto, aggiornamenti, ecc.). E da riassegnare annualmente, dal 2016/17 attraverso la card prevista dalle Legge 107/15.
Il riferimento del premier è al fatto che la decisione di assegnare ai nostri prof i fondi per aggiornarsi, senza precedenti nella nostra scuola, non ha determinato solo consensi: alcuni insegnanti, infatti, hanno parlato di mancia. Minacciando anche di restituirla, indignati. Ora, Renzi, cerca di puntualizzare: è solo un riconoscimento. Punto e basta.
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Il premier, sempre dal palco fiorentino, ha parlato pure di merito: gli americani dicono ‘wow’ quando una cosa va bene, da noi gli italiani dicono ‘mah’. Noi dobbiamo imparare a dire più ‘wow'”. Per Renzi, in Italia dobbiamo invitare ad avere più fiducia, per esortare e tornare “all’ottimismo, contro il disfattismo”.
“Quando uno ha successo, non è importante di chi è amico”, ha proseguito richiamando alla meritocrazia, “ed ecco perchè la valutazione a scuola e nella pubblica amministrazione e il merito sono la chiave della lettura della Leopolda”, ha concluso il premier.
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