Ormai è di fatto aperto l’anno scolastico 2016/2017, ma sembra non essere un anno sereno. Non è stato un bel inizio per molti docenti che hanno scoperto di non valere.
Qualcuno ha addirittura pianto, altri sono rimasti mortificati, altri ancora si sono profondamente risentiti, ma c’è anche chi ha gioito e si è realizzato nel sapere di avere ricevuto un premio in soldi per il lavoro svolto nel 2015/2016. In moltissime scuole del Paese i dirigenti scolastici hanno comunicato ad alcuni insegnanti, il premio in soldi che è stato loro conferito per essersi particolarmente impegnati per la scuola, oltre il comune orario di servizio, sotto il profilo didattico e organizzativo.
Alcune scuole in barba alla privacy, ma forse per un eccesso di trasparenza, hanno pubblicato i nomi e i cognomi dei docenti meritevoli, suddividendoli in livelli di merito.
La lamentela più diffusa che abbiamo registrato è che ad essere premiati, nonostante i criteri del Comitato valutazione, sono stati soprattutto i docenti facente parte dello staff dirigenziale e in particolare modo il docente vicario.
In qualche scuola si è addirittura stilata una graduatoria a punti per il merito. In una di queste scuole, guarda caso, la vicaria ha ottenuto un punteggio doppio al secondo classificato ed ha percepito così un congruo assegno premiale, con lo stupore di tutti i docenti della scuola.
Nella migliore delle ipotesi il numero dei premiati è stato circa un terzo tra i docenti della scuola, ma in altre scuole si è utilizzato il parametro del 25% di docenti premiati e in altre scuole ancora addirittura si è premiato poco più del 10%. Ovviamente i non premiati sono stati la maggioranza e l’esclusione ha creato sconcerto e malumore anche perché in alcuni casi è stata inaspettata.
In buona sostanza il bonus del merito ha diviso i docenti e ha fatto scoprire alcune ipocrisie. Qualcuno denuncia, tra il divertito e l’imbarazzato, che sono stati premiati anche docenti “ignoranti”, la cui nomea è ben nota in tutta la scuola. Poi ci sono anche i grandi esclusi, cioè quei professori che sono molto colti e che sono anche grandi maestri di vita. Anche alcune Rsu hanno ricevuto “consapevolmente” e “orgogliosamente” il bonus del merito. Forse in alcuni casi è stato anche un merito alla rovescia, dove non si è premiato l’essere “docente”, ma l’essere disponibile “sempre e comunque”.
La cosa triste è che l’idea che qualcuno meriti più di qualcun altro è ormai irrimediabilmente passata e adesso forse sarà più facile eliminare gli scatti di anzianità per la progressione di carriera, per sostituirli con il più risparmioso bonus del merito.