Il bonus merito? La rovina della scuola pubblica

Condivido e sottoscrivo parola per parola l’articolo dei Cobas Scuola Palermo e di tanti altri lettori che, con motivate ragioni, hanno detto di No al bonus di merito.
Anche nel Circolo Didattico “E. De Amicis “ dove presto servizio, il 70% dei docenti ha sottoscritto la Dichiarazione collettiva (indirizzata al D.S. e al comitato di valutazione ), nella quale tra l’altro si legge :“Il cosiddetto bonus per la valorizzazione del merito, imposto dal governo con la legge 107, non è altro che l’ennesimo tentativo di frantumare un’intera categoria di lavoratori mettendo tutti contro tutti. La sistematica e più che decennale azione di indebolimento degli stipendi dei lavoratori della scuola, frutto di anni di mancato rinnovo del contratto e di continue sottrazioni mascherate dall’autonomia scolastica, non può essere risarcita con gli spiccioli del bonus elargiti in maniera discrezionale. I soldi del bonus sono soldi dei lavoratori, perciò la cifra, sebbene irrisoria, deve essere suddivisa tra tutti i lavoratori. – Scelte di indirizzo gravissime che vanno nella direzione opposta alla cultura della partecipazione e della collegialità tradizionalmente praticate della scuola”.

Non significa sottrarsi alla valutazione, ma a questo tipo di valutazione, sbagliato nel metodo e nel merito, ideato da dilettanti allo sbaraglio.
In Francia e in Germania gli insegnanti sono valutati a intervalli regolari da ispettori statali esterni, in altri paesi come il Belgio, la Polonia, l’Austria, la Lettonia c’è un’ organizzazione esterna responsabile della valutazione, in Svezia e in Finlandia la valutazione non è obbligatoria, da noi a valutare gli insegnanti saranno anche studenti e genitori! Vogliamo parlare di stipendi? In Francia un docente percepisce in media uno stipendio di 3.600 euro lordi mensili ed è di questi giorni la notizia che dal 2017 gli insegnanti avranno un aumento annuo di circa 1.400 euro lordi . Ed è il primo passo.

Mi dispiace per chi si è arreso alla mistificazione e non ha capito che questo è il modo più becero per mandare in rovina definitivamente la scuola pubblica statale , quella a cui faceva riferimento più di 60 anni fa Piero Calamandrei nel suo famoso Discorso al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN) “ Cari colleghi, Noi siamo qui insegnanti di tutti gli ordini di scuole, dalle elementari alle università […]. Siamo qui riuniti in questo convegno che si intitola alla Difesa della scuola. Perché difendiamo la scuola? Forse la scuola è in pericolo? Qual è la scuola che noi difendiamo? Qual è il pericolo che incombe sulla scuola che noi difendiamo?…”

 

I lettori ci scrivono

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