Ai docenti il bonus al merito non piace e quindi neanche i Comitati di Valutazione.
Il Miur sta portando avanti il monitoraggio chiedendo alle scuole pubbliche di compilare 3 schede: una relativa alla costituzione del Comitato di Valutazione; una sulla definizione dei criteri per attribuire i bonus premiale ai docenti meritevoli; una relativa all’utilizzo del bonus.
Dai primi risultati parziali resi noti dal Miur è emerso che tra le scuole che hanno risposto finora quasi il 100% ha nominato il comitato di valutazione e, nella definizione dei criteri per l’attribuzione del bonus docenti, quasi tutti hanno tenuto in considerazione i macro-indicatori previsti dalla Legge 107/2015 e hanno preso decisioni all’unanimità.
Il 56,6% degli insegnanti ha dimostrato tutta la propria perplessità in merito ai criteri attraverso i quali verrà assegnato il bonus; il 21,1% è assolutamente contrario, mentre solo l’11,2% ha mostrato il proprio consenso. L’11,1% è indifferente al bonus.
In sostanza, in 3 scuole su 4 gli insegnanti sono contrari o molto dubbiosi di fronte al bonus al merito e alle procedure previste per l’erogazione dei fondi ministeriali agli istituti.
Molti insegnanti considerano i comitati di valutazione incostituzionali, visto che spesso i componenti finiscono per essere beneficiari delle somme attribuite in base ai criteri da loro stessi redatti. Si parla di conflitto di interessi, dunque, ma anche di assoluta incompetenza in materia di valutazione e di arbitrarietà dell’assegnazione del bonus da parte del dirigente scolastico.
Lo stesso ruolo del preside viene posto in discussione, ma da entrambe le parti. Quello che ci si chiede è perché affidarsi a un Cdv se già il preside è (o dovrebbe essere) al corrente della produttività e delle competenze di un docente, così come di eventuali sanzioni disciplinari e abitudine alle assenze? Non spetta al DS il dovere di conoscere la sua professionalità e il suo contributo al potenziamento per al classe? Perché, allora, rendere il processo di valutazione così macchinoso e problematico?
Allo stesso tempo, però, sono gli stessi insegnanti coinvolti nel processo decisionale del CdV a lanciare un nuovo appello al Miur: i comitati di valutazione devono avere la facoltà di assegnare il bonus premiale al merito senza ricevere pressioni o imposizioni “dall’alto”.
Il Miur ha comunicato alle scuole l’ammontare dei fondi relativi al bonus docenti. Si tratta di 200 milioni di euro all’anno destinati al premio, per una media di 24mila euro a istituto.
Per quanto riguarda l’elargizione, il numero dei docenti di ruolo della scuola peserà per l’80%, mentre il restante 20% verrà ripartito sulla base del numero di alunni stranieri e di quelli con disabilità; del numero di scuole in zone a rischio, situate in comune montano o in piccole isole.
LA TECNICA DELLA SCUOLA E’ SOGGETTO ACCREDITATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E ORGANIZZA CORSI IN CUI È POSSIBILE SPENDERE IL BONUS.
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Si ricorda che il fondo spetta esclusivamente ai docenti di ruolo a tempo indeterminato, anche part-time e i neo-assunti con l’ultimo piano straordinario del Miur, mentre sono esclusi dal bonus di merito gli insegnanti con contratto a tempo determinato.
Questa novità prevede forme di finanziamento volontario a favore delle strutture scolastiche da parte di privati, che in cambio possono godere di agevolazioni fiscali.
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