Ingressi gratuiti nei musei, reti wireless e promozione delle attività di aggiornamento, misure che erano state accolte da più parti con favore e interesse al momento del varo del DL 104 “La scuola riparte”, potrebbero trasformarsi in un boomerang per il Ministro e per l’intero Governo soprattutto dopo le dichiarazioni rese da Maria Chiara Carrozza al Senato nel pomeriggio del 22.
Nei social network e nei forum si stanno già moltiplicando interventi di questo tenore: “Ma se sapevano che non c’erano soldi, era proprio indispensabile spendere gli ultimi spiccioli per l’ingresso gratuito nei musei e per dotare le scuole di wi-fi e registri elettronici?”
Obiettivamente l’osservazione è debole in quanto mettendo insieme le diverse voci del decreto 104 (ad eccezione di quelle che più direttamente riguardano gli studenti) si arriva a mala pena a qualche decina di milioni di euro che, comunque, non basterebbero certamente a consentire il riconoscimento degli scatti.
Ma va anche detto che il comportamento del Ministro Carrozza e del suo staff non appare quello tipico del “buon padre di famiglia” .
Nessuno di noi, infatti, sapendo di aver esaurito ogni capacità di spesa (lo ha ammesso il Ministro davanti ai senatori della Commissione Cultura), si sognerebbe mai di destinare gli ultimi spiccioli per un viaggio di piacere o per comprare un tablet ultimo modello senza avere però i soldi per gestire la connessione a Internet.
Insomma, le misure contenute nel “pacchetto” del DL 104, pur importanti, rischiano di non essere apprezzate dal mondo della scuola e dagli stessi insegnanti che certamente avrebbero preferito non assistere al poco dignitoso “balletto” dei 150 euro detratti dallo stipendio e poi restituiti (ma non si sa bene fino a quando).
In tempi di vacche non magre ma magrissime l’operazione musei “a gratis per tutti” suona quasi come una beffa di cui gli insegnanti avrebbero fatto volentieri a meno
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