Mentre siamo nel cuore dell’estate e il solleone si fa più bollente al Miur le acque sono molto agitate, in virtù dell’intricata faccenda della “chiamata” diretta che tanto ha fatto infuriare i sindacati sia sul metodo che sulla mancanza di chiarezza da parte di viale Trastevere.
La “chiamata diretta” prevista dalla legge 107/2015 rappresenta l’ennesimo duro colpo assestato al mondo della scuola che dalla riforma renziana esce con le ossa rotte e ancor più frantumata tanto che ormai tutti gli operatori scolastici hanno perso completamente il bandolo della matassa e sperano poco che possa ricomporsi.
Inoltre la questione della “chiamata” diretta mette a dura prova non soltanto i dirigenti scolastici che devono ancora una volta cimentarsi su articoli e commi delle disposizioni legislative e ministeriali spesso contraddittorie, elusive ed evasive che danno luogo ad una miriade di interpretazioni, ma anche le segreterie scolastiche, già deficitarie di personale perché in ferie, che devono sobbarcarsi un onere di lavoro non indifferente.
L’istituto della “chiamata diretta” rischia, pertanto di far scoppiare un vero e proprio boomerang estivo con ricadute negative sul personale scolastico. Sarebbe il caso per il Ministero di fermarsi in questa folle corsa a mettere in atto ciò che è previsto dalla contrastata legge della Buona Scuola e dare ascolto alle varie componenti che vivono il mondo della scuola, nonché ai sindacati che sembrano essere la ruota di scorta del Ministero dell’Istruzione. Le riforme vanno fatte, ma con la testa non con i piedi solo per dare una risposta positiva all’Europa e per dire che abbiamo anche noi le carte a posto e ci siamo messi in regola. L’istituto della chiamata diretta così come è stata concepita si sta rivelando un guazzabuglio da terzo mondo, in quanto sta creando solo confusione totale, incertezza, paura, disorientamento, ansia.
Vorremmo, anche da parte del Miur, vivere un’estate tranquilla perché i problemi della società contemporanea solo molto più gravi di quelli della “chiamata diretta”.
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