Il brutto voto è più formativo di quello positivo

Prendere un brutto voto a scuola è più formativo che prenderne uno positivo, perché aiuta l’alunno a crescere, a diventare adulto, a prendere consapevolezza delle proprie capacità, a rendersi conto che la vita non è fatta soltanto di vittorie, ma anche di sconfitte.

L’alunno deve maturare con l’idea che durante il percorso scolastico ci sono anche dei momenti negativi e che questi sono elementi indispensabili che fanno parte del gioco della vita. Spesso i ragazzi quando prendono un voto brutto subito si scoraggiano, entrano nella fase dello sconforto, della rabbia, della convinzione di non potercela fare e così possono arrivare a compiere gesti inconsulti.
Il brutto voto deve, invece, essere da sprone, da incitamento, da rincorsa a fare meglio, a studiare con maggiore impegno, a riempirsi di orgoglio, di voglia di superare l’altro. Un tempo l’alunno che prendeva un brutto voto a scuola non ne faceva un dramma, ma mostrava quell’orgoglio e quella forza di dire: “La prossima volta andrà meglio”.
Nella scuola di oggi non è più così. Il brutto voto è diventato sinonimo di sconfitta, di frustrazione, di annientamento delle proprie capacità. Sta ai genitori svolgere il delicato compito di far capire e soprattutto comprendere ai figli che il brutto voto preso a scuola non è una sconfitta, non è una punizione data dall’insegnante, ma rappresenta l’anello di congiunzione di un processo formativo in fieri, un divenire in cui l’alunno acquisisce la consapevolezza delle proprie capacità e soprattutto la volontà di misurarsi mettendosi in gioco con i compagni di classe.
Perché quello che conta è costruire all’interno del contesto classe un positivo spirito di squadra ed un ambiente formativo in cui l’alunno è l’attore principale. Se il voto negativo, invece, è il frutto di uno scarso impegno, di negligenza, di non voler far nulla e quindi applicarsi allora il discorso cambia, perché in questo caso l’alunno rigetta la consapevolezza di affrontare la sfida dello studio e dell’impegno, tramutandolo in sfida contro l’insegnante che lo sprona, lo incita al dovere.
Quindi il brutto voto va accettato come vanno, altresì, accettate le altre sfide, perché una scuola che non crea armonia e competizione è una scuola che non forma, ma è destinata al fallimento. Vogliamo una scuola che forma più che deforma!                                             

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Alunni stranieri nelle classi, non si ferma la polemica fra Valditara e Lagioia. Nostra INTERVISTA Mario Maviglia

Il caso della querela del ministro Valditara allo scrittore Nicola Lagioia sta alimentando nuove polemiche…

21/12/2024

TikTok si prende gioco dei giovani, bloccati gli accessi per un anno in Albania

I giovani sono sempre più “schiavi” dei social media. Tanto che, sulla scia di quanto…

21/12/2024

Compilazione domanda concorso docenti 2024: ecco come fare, passo dopo passo – I VIDEO TUTORIAL

Dall'11 dicembre 2024 e fino alle ore 23:59 di lunedì 30 dicembre 2024 sarà possibile…

21/12/2024

Oggi è il Solstizio d’inverno, da domani in marcia per la Primavera

Pare che proprio alle ore 10,21 esatte di oggi, 21 dicembre, sia entrato, bene accolto, il…

21/12/2024

Linee guida Educazione Civica, un docente Valditara: “Farò l’opposto. Spero non mi decurti lo stipendio”, la lettera virale

In questi giorni è diventata virale sui social la lettera di un docente, pubblicata sul…

21/12/2024

Bambino affidato al padre scappa da scuola e ferma la Polizia dicendo di voler stare con la madre: lei denuncia l’istituto

Una vicenda alquanto contorta è avvenuta a Catania quasi un mese fa, resa nota soltanto…

21/12/2024