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Il bullismo non risparmia nessuno: in crisi il tuffatore prodigio Daley

L’altra faccia del campione in erba: quella della derisione e delle cattiverie prodotte dai compagni di scuola. E’ questa la vicenda di cui è protagonista il 14enne Tom Daley, che aveva fatto sensazione alle Olimpiadi di Pechino lo scorso anno diventando il più giovane atleta britannico della storia a partecipare ai Giochi. Per invidia, o semplicemente per avere un “bersaglio” a portata di mano, i suoi compagni di classe e di istituto lo starebbero perseguitando di scherzi, spesso così pesanti da trasformarsi in veri e propri atti di bullismo.
Daley, campione d’Europa nel 2008 nella specialità dei tuffi da 10 metri, giunto settimo a Pechino e vice campione del mondo juniores a settembre, è rapidamente diventato una star in Gran Bretagna: vive a Plymouth, nel sudovest dell’Inghilterra. La sua notorietà lo ha reso famoso in tutto il mondo, ma anche l’obiettivo privilegiato per gli studenti più grandi. Che non perdono occasione per prenderlo in giro e infastidirlo.
Al punto che suo padre Rob Daley ha ammesso che sta pensando di trovargli un’altra scuola. “Vorremmo non doverlo fare, ma se questo problema non fosse risolto gli cambieremmo scuola, il benessere di mio figlio passa sopra a tutto il resto”, ha detto Rob Daley. “Ma le forme di bullismo subite da Tom – ha continuato il padre – sono davvero pesanti: hanno cominciato a lanciargli contro oggetti. E’ stato sbattuto al suolo, qualcuno lo ha minacciato di rompergli le gambe, e questo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’istituto ha molti strumenti a disposizione per risolvere il problema, ma sembra non volerlo fare. E se continuerà così dovremmo trasferire Tom in un altro istituto”.
Gli episodi vengono confermati dalla preside dell’Eggbuckland Community College: Katrina Borowski spiega che “l’altissimo profilo” del giovanissimo studente-atleta ha indotto un certo numero di studenti “immaturi” ad attaccarlo. “Si sono tenute – ha continuato il capo d’istituto – riunioni insegnanti, familiari e amici di Tom, allo scopo di discutere le strategie più opportune. Alcuni scolari sono anche già stati sanzionati. Abbiamo seriamente a cuore il benessere dei nostri studenti e la nostra politica è quella di risolvere anche con fermezza gli eventuali conflitti e incidenti tra i nostri studenti”.
Ma ad oggi i risultati di questa politica ancora non sono arrivati. Anzi. Il giovane Tom Daley ha di recente spiegato al quotidiano Plymouth Herald che gli episodi di bullismo erano cominciati al ritorno dalle Olimpiadi e che sono man mano peggiorati. “Ho provato a ignorare i soprannomi stupidi che mi affibbiavano quando sono ritornato da Pechino, da ‘diver boy’ a ‘speedo boy’, sperando che ne avessero abbastanza e smettessero”, ha raccontato il ragazzo prodigio. “Il problema è che tutto ciò non si è fermato e che adesso anche i più giovani che arrivano a scuola ci si mettono. Sono arrivato al punto in cui mi dico che non ho più voglia di tornare a scuola”. Speriamo solo in quella scuola.
Alessandro Giuliani

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