In un articolo pubblicato su Panorama si scrive: “Il bullismo è una forma di prepotenza ricorrente e continuativa: la vittima prova sentimenti dolorosi e angoscianti perché perseguitata da parte di uno o più compagni.
Oltre a vivere un drammatico senso di impotenza, poiché non sa come potersi difendere, il ragazzo subisce emarginazione da parte del gruppo dei coetanei. Significativi i dati di una ricerca europea finanziata dal progetto Daphne III e realizzata nel 2012, che ha coinvolto 16.227 giovani delle scuole superiori.
All’indagine, realizzata in Italia da Telefono Azzurro, hanno partecipato oltre 5 mila studenti di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Il 15 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo o cyber bullismo”.
A tal proposito un episodio negativo a scuola può rientrare sotto l’etichetta di bullismo, al di fuori del ‘normale’ conflitto tra bambini o adolescenti, quando presenta 4 caratteristiche tipiche:
1. La chiara volontà di mettere in atto un comportamento che offenda o faccia male a un altro
2. l’abuso di potere: il cosiddetto bullo è più ‘forte’ (non solo in senso fisico) e agisce ai danni di un compagno debole, e comunque più fragile;
3. l’episodio aggressivo si ripete nel tempo in modo sistematico, non è mai sporadico (altrimenti non è più bullismo);
4. l’atto ai danni della vittima avviene di fronte a un pubblico che può approvare o tacere ma, comunque, assiste al comportamento del bullo.