Mentre da noi la Lega Nord, attraverso il disegno di legge presentato il 2 ottobre, farà di tutto per punire le donne che in Italia indossano il burqa (introducendo l’arresto in flagranza, la reclusione fino a due anni e la multa fino a 2.000 euro), dall’Arabia saudita, dove sullo stesso tema esiste il problema inverso, giungono importanti segnali di emancipazione: a fornirli è l’avvio della prima università “promiscua” nella storia dell’Arabia saudita voluta dal sovrano saudita, Abdul Aziz Bin Abdullah.
Inaugurata nei giorni scorsi alla presenza di 40 capi di Stato arabi e musulmani, la struttura internazionale di Scienza e Tecnologia, collocata ad ovest dell’Arabia saudita in una zona dell’islam del regno wahabita (a nord della città di Geddah sulle rive del Mar Rosso) tradizionalmente conservatrice, ha fatto sapere di voler introdurre un regima di tolleranza contro le studentesse con non indosseranno il burqa. Si tratterebbe, se confermata, di una notizia clamorosa: se non altro perché adottata in luoghi dove da sempre vige un rigido regime di segregazione delle donne e dove gli studenti di sesso diverso, per legge, non possono frequentare la stessa scuola.
I questa mega struttura universitaria, che si sviluppa su una superficie di 36 milioni di metri quadrati, invece le studentesse sembra che potranno muoversi senza più l’obbligo di portare il velo e potranno frequentare le stessi classi dei loro compagni maschi. Come se non bastasse, i responsabili della struttura contano anche di potergli permettere di guidare l’auto.
Si tratta di concessioni importanti che nel mondo accademico saudita sono state accolte con entusiasmo: l’ex rettore della facoltà del Petrolio all’Università di Dahran, Ibrahim Abbas Netto, si è detto convinto che “la nuova realtà darà frutti migliori, non solo per il rispetto dimostrato verso l’altra metà della società, ma perche la concorrenza delle alunne porterà beneficio alla a tutti“.
Il nuovo ateneo “Abdul Aziz Bin Abdullah” non si fermerà alle misure a favore dell’uguaglianza tra i sessi: i suoi vertici hanno fatto sapere che intenderà affronterà le nuove sfide del nostro secolo. Ad iniziare dalla trasformazione dell’energia solare e dessalinizzazione dell’acqua marina. Il presidente dell’Università, Mohammed Ibrahim al Swail, ha detto che il sovrano saudita che ha finanziato l’iniziativa “vuole che la nostra università sia la nuova ‘Dar al Hikma’“; ovvero la “casa della Saggezza” voluta negli anni dal califfo Abu Jaafar al Mansour che nell’800 fondò la città di Baghdad. Insomma, si tratterebbe di un ritorno alle tradizioni forti ma con una prospettiva che guarda dritto al futuro.
Il nuovo ateneo “Abdul Aziz Bin Abdullah” non si fermerà alle misure a favore dell’uguaglianza tra i sessi: i suoi vertici hanno fatto sapere che intenderà affronterà le nuove sfide del nostro secolo. Ad iniziare dalla trasformazione dell’energia solare e dessalinizzazione dell’acqua marina. Il presidente dell’Università, Mohammed Ibrahim al Swail, ha detto che il sovrano saudita che ha finanziato l’iniziativa “vuole che la nostra università sia la nuova ‘Dar al Hikma’“; ovvero la “casa della Saggezza” voluta negli anni dal califfo Abu Jaafar al Mansour che nell’800 fondò la città di Baghdad. Insomma, si tratterebbe di un ritorno alle tradizioni forti ma con una prospettiva che guarda dritto al futuro.