I posti nelle università italiane di Medicina sono quest’anno 11.568 (il 18% in più dell’anno scorso), e gli iscritti hanno raggiunto quota 68.694; dunque entrerà circa uno studente su sette.
Tuttavia, denuncia Linkiesta, ogni studente, preparandosi per l’ammissione, spenderà, tra libri, simulazioni, e soprattutto corsi di preparazione dai 1.500 ai 2.000 Euro nelle scuole private, benché anche in alcune università pubbliche il corso di preparazione al test di ammissione a medicina costi anche 900 euro.
E chi non può permettersi questi costi? Sta al palo, ma dimostrando così che la cultura, l’istruzione e le professioni sono direttamente funzionali al reddito e alla ricchezza dei papà e delle mamme.
Sembra inoltre che “i colossi dei test di ammissione universitari hanno visto triplicare i ricavi tra manuali (acquistabili anche con il bonus cultura) e corsi di preparazione che sfiorano i 2mila euro, anche molte università pubbliche si sono attrezzate accogliendo il suggerimento del ministro. Tra le 40 circa che offrono un corso di laurea in medicina e chirurgia, molte, da Parma a Milano, hanno organizzato corsi di preparazione gratuiti, ma tante altre richiedono una quota di iscrizione. E se La Sapienza di Roma si ferma a un prezzo di 50 euro, ci sono i casi limite dell’Università di Siena che richiede 400 euro per un corso di 79 ore, e quella del Piemonte Orientale che ha una quota di iscrizione di 900 euro per 76 ore. Se tutti i 658 iscritti al test dell’ateneo piemontese dovessero seguire il corso, il ricavo sarebbe di quasi 600mila euro. Nella stessa ipotesi, a Siena si superano i 260mila euro di introiti”.
Non bisogna poi scordare, precisa Linkiesta, la tassa di iscrizione al test che può variare dai 20 ai 100 euro. Cinque volte di più. Anche tra atenei della stessa città, come accade a Milano e Napoli.
Infine, c’è tutto il capitolo dei ricorsi degli esclusi una volta pubblicate le graduatorie. Chi può, si rivolge a uno dei grandi o piccoli studi legali specializzati nei maxi ricorsi sui test, paga la parcella e spera che un cavillo possa riammetterlo. A inizio agosto, il Consiglio di Stato ha ribaltato una decisione del Tar del Lazio, ammettendo al corso di laurea in medicina 100 esclusi tra Napoli e Caserta.
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