Si è svolto oggi, 24 febbraio, al centro fieristico “Le Ciminiere di Catania” un singolare convegno nel quale gli alunni del prestigioso istituto catenese, il “De Felice-Olivetti”, hanno incontrato i dirigenti del Calcio Catania, in uno spassionato e libero scambio di opinioni nel quale lo sport è stato il protagonista principale, coi suoi valori di legalità, disciplina, regole condivise, senso di appartenenza.
Raggiante la dirigente del De Felice-Olivetti, Anna De Francesco che è riuscita a portare al tavolo della presidenza dei relatori, e dunque sotto il fuoco incrociato delle domande dei suoi alunni, le seguenti personalità:
Enzo Ingrassia, presidente di Catania Rossazzurra; Lucio Carra, direttore generale del Catania SSD; Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto alla Procura della Repubblica di Catania; Vincenzo Grella, vicepresidente e Ad del Catania SSD; Antonello Piraneo, Direttore responsabile del quotidiano La Sicilia; Enzo Stroscio, cerimoniere associazione Catania Rossazzurra.
Al giornalista Daniele Lo Porto il compito di moderare gli interventi e contingentare i tempi.
Dopo gli opportuni preamboli dei relatori, che si sono soffermati per lo più sulla straordinaria valenza dello sport per educare alla regole e alla disciplina, il cui termine coincide con le materie, che sono anch’esse discipline, una quindicina di ragazzi si sono susseguiti accanto alla cattedra con domande rivolte soprattutto all’Ad del Catania e al suo direttore generale, in considerazione del fatto soprattutto che la squadra cittadina, oggi in serie D, sta risalendo con formidabile impegno la china dove inaspettatamente era caduta, con un distacco sulla squadra più vicina di ben 17 punti.
Un modo dunque anche questo per rinsaldare i vincoli di appartenenza alla citta, al suo futuro e al suo essere pure luogo di incontro e non già di tifoserie violente.
Fra gli interrogativi più importanti il motivo per il quale il meridione non riesce a esprimere né giocatori di alto livello, né squadre solide come quelle del Nord.
La risposta secca del procuratore Fonzo è stata decisa: la cultura e la conoscenza. L’Istruzione e la scuola: le sole che danno consapevolezza non solo del proprio ruolo nel gioco ma anche nel rapportarsi con gli altri, coi dirigenti e coi colleghi, e soprattutto con la società che tende a fagocitare chi ha debolezze in quelle discipline che si studiano a scuola.
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