Nella maggior parte dei paesi europei, oltre all’esperienza professionale di insegnamento, è richiesta una formazione specifica per svolgere il ruolo di Capo d’Istituto.
Questo è uno degli aspetti sui quali si sofferma il nuovo quaderno Eurydice dal titolo “Il Capo d’Istituto in Europa”, un documento che vuole offrire una panoramica sintetica su quelle che sono le principali caratteristiche della figura del capo di istituto in Europa.
Dal lavoro di Eurydice emerge che, nella maggior parte dei paesei, oggi i capi di istituto si trovano ad affrontare vari compiti, che non includono soltanto l’organizzazione dell’insegnamento e dell’apprendimento, ma anche la gestione delle risorse umane e finanziarie. Servono pertanto delle competenze specifiche e diversificate. In generale, la formazione per dirigenti è richiesta in 21 paesi o regioni e nella maggior parte di essi, tale formazione si svolge prima della nomina. La durata della formazione per dirigenti varia da una settimana (Romania) a un programma di istruzione superiore di secondo livello da 60 ECTS a Malta.
Inoltre, on genere, ai capi di istituto è richiesta un’esperienza minima di insegnamento. Questo periodo varia da tre anni in Bulgaria, Estonia, Francia (per capi di istituto a livello ISCED 0 e 1) e Lituania, a dieci anni a Malta e 16 anni (per il livello pre-primario) e 17 anni (per il livello secondario generale) a Cipro. In Italia, servono almeno cinque anni di esperienza di insegnamento con contratto a tempo indeterminato, il che significa che, nella maggior parte dei casi, i futuri capi di istituto hanno maturato anche un’esperienza pregressa di vari anni di insegnamento con contratti a tempo determinato.
Nella selezione dei capi di istituto prevale il metodo del reclutamento aperto, il che significa che la responsabilità di pubblicizzare posti di lavoro e di selezionare i candidati spetta alla scuola. In undici paesi, tra cui l’Italia, i capi di istituto sono selezionati attraverso un concorso. Il concorso può assumere varie forme.
Per quanto riguarda la formazione in itinere, nella maggior parte dei paesi i capi di istituto dedicano del tempo allo sviluppo professionale continuo.
Dal quaderno emerge anche che un terzo dei capi di istituto sostituisce spesso gli insegnanti assenti; in generale, i capi di istituto dei paesi europei partecipanti sono fortemente coinvolti nella distribuzione delle responsabilità del coordinamento del curricolo, nel fornire consigli agli insegnanti e assicurare che le attività di sviluppo professionale continuo degli insegnanti siano in linea con gli obiettivi educativi, ma sostituiscono gli insegnanti assenti in misura minore.
Un dato ancora decisamente sconfortante riguarda il rapporto tra uomini e donne: a livello secondario, i capi di istituto sono ancora in prevalenza uomini. La partecipazione femminile alle posizioni di governo della scuola secondaria è relativa al solo livello educativo. Diversa è la situazione nelle scuole dell’istruzione primaria, dove sulla base dei dati disponibili le donne sono sovrarappresentate.
Infine, uno sguardo agli stipendi: nella maggior parte dei paesi, gli stipendi di base dei capi di istituto sono più alti del PIL pro capite. Lo stipendio minimo di base per i capi di istituto è sempre più alto dello stipendio minimo degli insegnanti. Inoltre, gli stipendi di legge dei capi di istituto sono spesso influenzati dal livello di istruzione nel quale stanno lavorando.
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