I lettori ci scrivono

Il caso della docente sospesa: giusto aprire il dibattito ma non bisogna sentenziare

Si stanno utilizzando fiumi di parole, si stanno esprimendo molti pensieri al riguardo della professoressa sospesa.

Giusto aprire il dibattito, ma non giusto sentenziare su chi ha torto e chi ha ragione, o meglio si deve sentenziare, come farebbe un giudice attento, ma dopo aver avuto tutte le notizie al riguardo, cioè dopo aver letto tutte le carte, gli atti relativi a questo “processo”.

Allora, io che non conosco gli atti a sostegno della tesi accusatoria e difensiva, non posso che formulare le ipotesi sulla questione e non giudicare per sentito dire o per forte impressioni personali o simpatie/antipatie che ognuno di noi si fa.

L’insegnante Dell’aria è docente di Italiano e storia? Sembrerebbe di sì. Non è chiarissimo, ma non è importante, perché il docente è come Socrate, cerca la verità, in tutte le questioni del sapere umano e si pone sempre domande.

Allora, se il discorso nasce dal tema della Giornata della Memoria, memoria della guerra ultima, la seconda mondiale, e dei suoi infiniti dolori procurati e lasciati in eredità ai posteri, campi di concentramento, camere a gas, vendette atroci e disumane come le foibe, posteri che tuttavia hanno tratto insegnamento, almeno in Europa e Mondo Occidentale circa il fatto che non bisogna più fare guerra e stiamo vivendo da circa 80 anni senza averne più fatta e, quindi, in pace fra noi, pace che fa progredire l’umanità e non regredirla, se, dunque, dicevo che a scuola si è parlato di Memoria, citando anche leggi contrarie a principi di normale umanità, come possono essere state quelle contro gli Ebrei, popolo inteso, contro la razza di uno e a favore della razza di altri, dimenticando che la razza è unica ed è costituita dall’umanità intera, ciò è storia quella documentabile e quindi inconfutabile, sulla quale i posteri hanno tutto il diritto di esprimere le loro opinioni. Storia, allora, vuol dire un percorso fatto dall’umanità e già passato che ha lasciato i segni indelebili in tutti i sensi. Su questa storia si può discutere sempre e ovunque.

Ma se la nostra questione dell’insegnate sospesa, e nasce dal fatto che la nostra ha voluto dire ai giovani suoi educandi che si può fare un facile accostamento fra il passato e l’attuale situazione politica partitica in cui stiamo vivendo e che tale accostamento dimostra che chi ha in mano oggi, un certo potere si comporta come è successo nel passato, questo l’insegnante lo può dire solo a casa sua, nel suo cerchio di amicizie e soci vari, ma non può dirlo ai suoi discenti, se non col dubbio che anche la sua verità odierna è opinabile e che ognuno è libero di pensarla come vuole. Il docente non può formare la mente dei suoi discenti a sua immagine e somiglianza: questo a scuola non si fa, ma non si fa in nessuna comunità di liberi pensanti.

Allora, se gli alunni, indipendentemente dalla storia insegnata dalla docente e liberi di giudicare secondo proprie opinioni personali , studiando come hanno fatto, sembra, gli “atti”, hanno ritenuto che la politica attuale professata da un certo personaggio politico presenta degli accostamenti col passato già condannato dalla Storia, questo è libero convincimento personale e libera espressione della propria evoluzione razionale culturale e scientifica.

Ma se a questo ha contribuito il comportamento della docente che ha esternato e inculcato il suo pensiero personale negli alunni a lei affidati, dicendo loro chi è il brutto e cattivo e chi è il buone e bello, questo insegnamento è settario, può essere espletato fra adulti liberi, ma non può essere concepito nelle aule scolastiche della scuola pubblica e repubblicana costituzionale, quale è quella della Scuola di oggi, con tutti i suoi pregi e difetti, forse con più difetti che pregi, ma sempre libera da ogni condizionamento esterno e che deve preoccuparsi di essere la più imparziale e obiettiva che mai, altrimenti uno si iscrive o iscrive i figli alla scuola di professione partitica più vicina al proprio credo politico e partitico, ma non a una scuola laica e retta da leggi costituzionali e votate da un Parlamento e sottoscritte da un Presidente della Repubblica.

Orbene, mi piacerebbe sapere come si è difesa la prof, perché se ha detto che lei fa quello che le pare, allora ha sbagliato e la punizione inflitta forse è anche poco; ma se, invece, Lei si è limitata a fare storia, cioè a narrare fatti ed avvenimenti e a studiare le situazioni nuove, e ha detto ai suoi alunni di pensare come volevano, senza intervenire, come già detto, con il proprio orientamento politico partitico suo personale, bene ha fatto a lasciare libertà di opinione anche se persone in via di sviluppo critico e razionale, che non si ferma mai per questo e prima comincia, meglio è per tutti.

Quindi, alle contestazioni d’addebito del suo superiore, bisogna vedere come ha risposto.  Solo allora si può essere favorevoli o contrari alla punizione inflitta.

                                                                                                                             Giovanni Cappuccio

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