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Il caso della scuola senza preside: “In Francia per motivi di studio”

Succede anche questo nella scuola italiana. Come denuncia “La Repubblica” da due anni alunni e genitori aspettano la dirigente assegnata che però vive e lavora in Francia dove ha ottenuto un dottorato di ricerca. A sostituirla è una reggente. Ora le famiglie chiedono l’intervento del Miur.

La preside “assente” si chiama Chiara Bonetti e ora lavora a Metz. Un’opportunità garantita dal contratto di lavoro dei dirigenti scolastici che permette di ricoprire un incarico in un istituto scolastico straniero mantenendo il posto (e lo stipendio) anche per nove anni di fila.

 

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Significa che l’amministrazione scolastica deve comunque assegnare una scuola a queste persone. Al posto della dirigente viene nominato un fantasma. Un caso del genere, non è certo il prima, c’è anche un contratto che lo prevede. Purtroppo però la dirigente, nonostante i nove anni previsti siano scaduti quest’estate non abbia alcuna intenzione di tornare. Ha iniziato quest’anno un dottorato di ricerca che le permetterà di continure a vivere in Francia. Almeno fino al 2019.

Dal 2015 a scuola c’è una reggente che si “destreggia” tra più scuole. Il preside part-time, anche con il massimo impegno, non può essere allo stesso tempo in due posti. E dunque la presenza fisica a scuola si limita a due giorni alla settimana. Per il resto è costretto a delegare. Adesso i genitori degli alunni della scuola di Piazza Sicilia (con primaria e medie, più di 1400 allievi) chiedono una guida stabilie e di non essere più ‘orfani’.

“Non va bene il meccanismo previsto dall’amministrazione scolastica. Di certo non c’è nulla di sbagliato in quello che fa questa preside, che gode semplicemente di un suo diritto”, dice Marco Bussetti, provveditore di Milano.

 

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Andrea Carlino

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