La proposta degli studenti di una scuola superiore di Imola di utilizzare un questionario per valutare i propri insegnanti sta facendo discutere.
L’USB, piccolo sindacato di base, ci vede lo “zampino” del dirigente scolastico e protesta.
Una parte dei docenti della scuola osserva che questo è un inaccettabile capovolgimento di ruoli: da che mondo è mondo – dicono – i professori valutano e gli studenti vengono valutati.
Ma non c’è bisogno di andare alla terza tesi su Feuerbach di Karl Marx (“La dottrina materialistica che gli uomini sono prodotti dell’ambiente e dell’educazione … dimentica che sono proprio gli uomini che modificano l’ambiente e che l’educatore stesso deve essere educato”) per sapere che il rapporto fra educatore ed educando è di tipo dialettico.
Senza metterla troppo sul filosofico, basta osservare che da tempo immemorabile gli studenti valutano i propri insegnanti con o senza questionari.
Chi di noi, al liceo, non ha detto: “Il prof. di matematica è severissimo ma spiega veramente bene” oppure “Spiega benissimo ma è antipatico, ti fa passare la voglia di studiare” o ancora “Con il prof. di latino è una pacchia: nei compiti in classe si può copiare senza problemi, perché lui intanto si legge il giornale”? E così via…
E poi questi giudizi si trasmettono da una classe all’altra e spesso servono anche a creare miti (o pregiudizi) più o meno fondati.
Le stesse nuove iscrizioni sono influenzate dai “passaparola” che ci sono sempre stati e sempre ci saranno.
Può darsi che, prima o poi, preso per sfinimento il Ministro decida di accantonare ogni progetto di valutazione dei docenti (d’altronde fu esattamente così che andarono le cose ai tempi di Luigi Berlinguer), può anche essere che il direttore dell’USR dell’Emilia-Romagna dica che il questionario di Imola va ritirato, ma nessun Ministro, nessun Governo, nessun direttore generale e nessun sindacato potranno mai impedire agli studenti e alle famiglie di esprimere i propri giudizi su docenti e dirigenti scolastici.
Chi si oppone fermamente alla valutazione dovrebbe ricordare che tutta l’attività umana si basa su processi di valutazione; la nostra giornata ne è costellata: apriamo gli occhi e pensiamo “Bella giornata, ma io me ne starei a letto”, ci sediamo a tavola e diciamo “Risotto ottimo, peccato che io preferisco gli spaghetti” e così via fino alla sera.
Rimuovere il problema è un po’ come mettere la polvere sotto il tappeto.
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