In occasione del lancio della nuova Campagna “A mani ferme – Per dire no alle punizioni fisiche nei confronti dei bambini”, e inserita nell’ambito del progetto europeo coordinato da Save the Children Italia “Educate,do not punish”, ed è in collaborazione con la Socià Italiana di Pediatria e l’Associazione Nazionale dei pedagogisti italiani, si è scoperto che per il 50% dei genitori italiani la ricerca del dialogo resta in ogni caso il pilastro fondamentale del rapporto con i figli, mentre per il 35% lo è l’ascolto, anche se il 22% di padri e madri di bambini da 3 a 16 anni ricorre allo schiaffo qualche volta al mese e il 5% quasi tutti i giorni perchè lo ritengono un gesto educativo.
Tra le principali motivazioni del ceffone c’è, per la metà dei genitori, l’esasperazione, lo spavento, la reazione di un momento e, in generale, i genitori non considerano che lo schiaffo abbia delle conseguenze negative sui figli. Il 57% dei genitori pensa, infatti, che uno schiaffo una volta ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno.
“In realtà le conseguenze di uno schiaffo, soprattutto se reiterato, non sono neutre. Un bambino può diventare con l’andare del tempo aggressivo e nervoso o, al contrario, deprimersi ed è importante che i genitori siano consapevoli di ciò – afferma il direttore generale di Save the Children Italia, Valerio Neri. Per questo Save the Children dice no alle punizioni fisiche di qualsiasi entità esse siano e si a una genitorialità positiva, autorevole e fondata su un’educazione non violenta”.
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