È vero, siamo in un momento di crisi, di difficoltà economiche e di recessione ma i lavoratori della scuola hanno già pagato abbastanza ed è giunto il momento che vengano riconosciuti i loro sacrifici sostenuti negli ultimi anni. I pensionati (come anche tutti i lavoratori dipendenti) hanno sempre fatto la loro parte e contribuito in misura determinante alle manovre di risanamento dei conti pubblici nonostante le loro difficili condizioni di vita. Mentre il costo della vita inesorabilmente aumenta: il contratto nazionale della scuola è fermo al 2009; gli scatti stipendiali sono stati congelati e prorogati di due anni; la perequazione automatica delle pensioni è bloccata al 2013 e forse più.
Aspettiamo la prossima legge di stabilità senza farci illusioni sulla flessibilità in uscita, anche se qualcosa si sta muovendo. Lo sanno bene i Quota 96 invitati presentare la dichiarazione di maturazione dei requisiti previgenti le disposizioni dell’art. 24 della 201/2011 per un censimento dei potenziali aspiranti al pensionamento. In sostanza, il MIUR tenta di elaborare un conteggio preciso di tutti quei lavoratori del settore istruzione che non sono riusciti ad andare in pensione a causa di un ingiusto errore della riforma Fornero. Stranamente il nodo fondamentale della questione è stato relegato alla disciplina matematica (dalla quale dipende la quantificazione delle coperture economiche necessarie) e non più ai diritti acquisiti, fondati sulla Costituzione.
Il Miur con la nota 2125 del 4/10/2013 ha inviato un nuovo modello per la ricognizione della Quota 96. La dichiarazione deve essere presentata alla propria scuola di servizio ma (repetita juvant !) non ha valore di istanza di cessazione dal servizio. E la scadenza per la presentazione è fissata per il 15 ottobre.
Il governo Letta, dopo una incredibile fase degna di un thriller, è stato riconfermato al suo posto. Tutti hanno tirato un respiro di sollievo. E’ rimasta però l’incognita delle pensioni. Le mini riforme annunciate sono slittate prima ad agosto e poi a settembre, tra rassicurazioni e promesse politiche. Ma siccome, nel suo discorso programmatico per incassare la fiducia, Letta non ne ha fatto menzione è lapalissiano che le possibilità di “correggere” la Fornero nella prossima legge di stabilità sono: mol-to-po-che!.
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