Due pesi e due misure condizionate dal cerchio “magico” della scuola: è questa la fotografia della scuola italiana dove continua a persistere il bonus premiale.
Il metro di giudizio, o meglio di pregiudizio che dir si voglia, è molto evidente nella scuola e lo diventato ancora di più da quando è stata introdotta con la legge della “Buona Scuola” la valorizzazione del merito dei docenti.
Il sistema dei due pesi e delle due misure è diventato in questo modo la condotta di valutazione del personale docente: da una parte vi sono coloro che accondiscendono alle richieste dei DS e, quindi, godono del suo beneplacito, e dall’altra vi sono i docenti che continuano a lavorare silenziosamente e coscienziosamente nelle classi e passano inosservati agli occhi del DS.
Bisogna, però, che i docenti che lavorano sodo con gli alunni e sono al di fuori del “cerchio magico” dell’istituzione scolastica vengano apprezzati soprattutto dagli alunni ed è questo quello che conta e che dà maggiori soddisfazione e carica al docente.
Per quanto attiene gli alunni, anche qui vige il metodo dei due pesi e delle due misure e questo si evidenzia ancora di più in sede di un esame conclusivo del ciclo d’istruzione, dove la commissione giudicatrice non adotta un metodo di valutazione uguale e giusto per tutti gli alunni, ma capita che alcuni vengano penalizzati ed altri vengano premiati.
È necessario, quindi, che la scuola diventi non il luogo dove si adottano trattamenti diversi, sia per docenti che per alunni, ma si lavori per l’uguaglianza di tutti gli operatori della conoscenza e degli alunni. Insomma trattamenti disuguali nell’uguaglianza.
Mario Bocola
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