"Come si può definire un provvedimento che sottrae risorse già conferite su cui le scuole avevano impostato la loro progettazione e attività, se non come una ‘rapina di cassa’?".
E’ questo il durissimo commento del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione sull’operato del Ministero dell’Economia, che ha disposto una forte riduzione delle risorse da trasferire alle scuole con il decreto 29/11/2002.
Altrettanto severa la posizione del parlamentino degli operatori scolastici sulle mancate immissioni in ruolo dei precari. Secondo il Cnpi, infatti, "in un contesto in cui si attivano le procedure per l’emanazione dei bandi relativi all’accesso alla dirigenza scolastica e, in sede parlamentare, si va verso la stabilizzazione degli insegnanti di religione cattolica, non è possibile neppure ipotizzare che le uniche categorie escluse dalla nomine a tempo indeterminato siano quelle del personale docente ed Ata".
Queste posizioni sono emerse nel corso della seduta del 9 dicembre scorso, durante la quale sono stati approvati all’unanimità 2 ordini del giorno, con i quali il Cnpi ha invitato il ministro Moratti, presidente dell’organo collegiale, a rappresentare al governo il disagio del mondo della scuola e la netta contrarietà alla politica attuata dal governo, con gli ultimi provvedimenti.
Il Cnpi è composto da rappresentanti di tutte le componenti associative e sindacali del mondo della scuola.
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