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Il Cnpi boccia la riforma Moratti

E’ un giudizio fortemente negativo quello espresso l’11 aprile dal Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione, nei confronti della riforma Moratti.
Il provvedimento non piace per nulla ai tecnici del massimo organo collegiale della scuola.
E le critiche partono dal metodo.
Il Cnpi non ha dubbi: se il governo non si decide ad avviare un dibattito serio con tutte le componenti della scuola, la riforma sarà un fiasco colossale. "Protagonisti veri di qualsiasi riforma sono sostanzialmente coloro che hanno il compito di realizzarla" si legge nel documento. Tanto più che "proprio i docenti e le scuole, in più di una circostanza, hanno anticipato e promosso processi innovativi, successivamente generalizzati e ricondotti ad ordinamento per tutto il territorio nazionale".
"Eludere o sottovalutare questo passaggio" argomenta il Cnpi "come sta avvenendo nel caso in esame, rischia quindi di delegittimare qualsiasi percorso riformatore esponendolo, quanto meno, a serie probabilità di insuccesso".
Ma non mancano le critiche anche per quanto concerne i contenuti.
L’anticipo dell’ingresso a scuola è un errore. Per la scuola materna, infatti, non si tiene conto del fatto che bambini troppo piccoli necessitano di assistenza e dunque, di un ampliamento del rapporto alunni-insegnanti. Per non parlare della difficoltà di rapportare il processo didattico-apprenditivo a bambini così in tenera età.
E non funziona nemmeno l’ingresso anticipato alle scuole elementari, "che non trova alcuna motivazione sul piano educativo e determina gravi alterazioni nel percorso formativo della scuola elementare, con notevoli difficoltà per uno sviluppo equilibrato dei tempi di apprendimento e di sviluppo delle autonomie dei bambini".
Fortemente critico anche il giudizio sulla costituzione di 2 percorsi formativi (licei e istruzione/formazione professionale) a livello di scuola secondaria, che, a causa delle profonde diversità che li caratterizzano, rischiano seriamente di diventare alternativi.
Compromettendo, così, la possibilità di cambiare indirizzo in corso d’opera.
Forti perplessità sono state avanzate, inoltre, sulle reali possibilità di copertura economica. Il disegno di legge, infatti, vincola le risorse alle effettive disponibilità. Ponendo in forse la realizzazione degli obiettivi previsti dal dispositivo.
Rilievi sono stati mossi anche per quanto concerne la reale possibilità di realizzare la riforma già a partire dal 1° settembre prossimo. Una data che, considerando che l’anno scolastico, ormai, volge al termine, sembra essere troppo vicina.

Adalberto Reggiani

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