I lettori ci scrivono

Il Collegio, la scuola che vorrebbero i genitori: un programma che lancia le ragazzine sul mercato dei rotocalchi

Il Collegio è tornato! In Rai le cose vanno al contrario di come dovrebbero, ed in fondo è un po’ lo specchio dell’Italia, Per esempio, vorrebbero far fuori ciò che resta del giornalismo investigativo, ma al frivolo morboso non si rinuncia. E’ il caso del Collegio, giunto alla ottava serie. Nemmeno lo scandalo di Maria Sofia, Collegio 6 – passata dai banchetti Tv all’Accademia di Rocco Siffredi e alle piattafome porno – ha fermato “mandibolone Maggi”, con le sue perle di saggezza, e il “Preside Brontolo”, il cui ruolo è intimidire prima, proprio per assolvere dopo: sciogliendosi davanti alle studentesse più capricciose e ammiccanti; e così facendo con i maschietti impertinenti nell’esibire con orgoglio, la loro crassa ignoranza, come una forma di virilità.

Perché il senso educativo (sic) di questo serial è sempre lo stesso: dare l’idea di una scuola all’insegna di buonismo e permissivismo, spargendo finto rigore e dolciastri perdoni a piene mani. Un modo sia per imbonire il pubblico, con la scuola che i genitori magari vorrebbero per i loro figli da un lato; dall’altro lanciare nel mercato dei voyer della Rete o dei rotocalchi, le ragazzine più sexy, di cui registi e sceneggiatori del Collegio intuiscono un promettente futuro. Ne sono i talent scout. In fondo per Maria Sofia è andata così, e potrebbe ripetersi, mentre ora per altre non ancora maggiorenni, c’è un training sexy per gradi e più morbido in Rete.

Così dicono i nostri studenti, che per le più sensuali della serie 7, come la Angius o la Blixen, prevedono un futuro promettente, ad esibire curve e controcurve, labbroni a cuoricino, e pose provocanti in spiagge e piscine, insieme ai loro partner stagionali. Così hanno notato in Rete l’estate scorsa, sull’onda della loro apparizione al Collegio. E chissà che preadolescenti imberbi facciano lo stesso su Facebook nell’imitarle.   

Ma non è certo colpa delle caricature e degli stereotipi di prof e studenti del Collegio. La loro fama nasce dalla richiesta dell’audience, sostenuta dagli sponsor. Non sono proprio gli spettatori, famiglie intere per l’occasione unite sui divani, a scommettere di volta in volta a chi toccherà la sorte di Maria Sofia e delle altre, con la morbosa suspense creata dai furbi ideatori del programma? A ben vedere, lo scandalo porno ha giovato alla commediola, che infatti è apparsa domenica in prima serata, su Rai 2, mentre, se non si ricorda male, gli anni passati aveva cadenze infrasettimanali.   

Che dire di questa grottesca versione delle “Avventure di Gian Burrasca”? Stiamo semplicemente senza parole, eppure sgomenti verso chi contrabbanda per educativi gli spettacoli di cui egli stesso è star, come fa il “bel tenebroso” Andrea Maggi, nel lanciare la nuova serie; o l’anno scorso il simpatico “prof. Ollio Zilli”, di Mereto di Tomba. Autentica bomba di simpatia, pare fatta fuori al Collegio 8, e prima di tutto da lui stesso, che, da docente e giudice onorario del Tribunale dei Minori di Trieste, non poteva prestarsi a creare un potenziale indotto porno “alla Maria Sofia”; sulla trasmissione, aveva espresso giudizi severi, e perciò non graditi, all’establishment.    

Per concludere, ma qui ci vorrebbe almeno un Preside vero, per correggere su basi filologico-pedagogiche le nostre impressioni, ormai il Collegio sembra la prima tappa di un percorso che prepari i minorenni al Grande Fratello: dalle piccole tresche sentimentali consumate al Collegio in clandestinità, alle esibizione degli attori di Alfonso Signorini, che già sul set consumano e commentano autocelebrandosi notti ispirate da Afrodite e Bacco. Di fatto unico brivido per giovani e meno giovani, spettatori e attori, inebetiti nella “casa” dalle loro stucchevoli chiacchiere sul nulla.  

Trasmissioni all’insegna dell’impegno etico e morale, il Collegio o il Grande Fratello. Un collega amico, un giorno si sfogò in sala insegnanti, implorando: “Datemi un’ascia!”. E così fece. Preda di un attacco di collera, decapitò netta la Tv la sera stessa (ben inteso, “questa TV”), in due parti uguali, filmando l’esecuzione poi proiettata in classe. Applausi scroscianti dai suoi studenti. Un nuovo piccolo genio seguace di Michelangelo Antonioni, che nel film “Zabriskie Point”, ricordate, faceva esplodere di tutto in primo piano, frigoriferi, elettrodomestici, soprattutto TV. Mezzo secolo fa, nel 1970, come i grandi geni, aveva capito tutto.

Livio Braida

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