Skuola.net riporta l’esperienza di un giovane prof di italiano, che ha ripreso una vecchia idea sessantottina, quella cioè di saper lavorare in team e in modo particolare col proprio compagni di banco.
E così il giovane docente sottopone ai propri ragazzi un paio di volte l’anno una prova di ripasso che deve essere svolta a coppie. Secondo il giornale online degli studenti è considerata un metodo innovativo che stimola i ragazzi a dare il meglio, non solo sul piano dello studio, ma anche su quello relazionale. E se questo non succede, arriva il brutto voto sul registro.
Nella di nuovo, ma il giovane insegnante spiega che questo tipo di verifica viene svolta a fine quadrimestre sul ripasso degli argomenti affrontati: solo dopo, quindi, che ogni studente sia già stato valutato sui singoli temi nelle settimane precedenti. Il vero scopo non è perciò capire semplicemente quanto i ragazzi conoscano della materia, ma stimolarli ad imparare gli uni dagli altri in modo cooperativo. Per un ottimo compito non servono solo l’intelligenza e la memoria ma anche altre “soft skills” come la capacità di collaborare, ascoltare, risolvere i problemi e lavorare in team: esattamente ciò che oggi è tanto richiesto dal mondo del lavoro.
Vecchio di mezzo secolo questo metodo (che noi stesso abbiamo più e più volte adoperato coi nostri alunni), spiega sempre il prof che “il voto è il mezzo più efficace per far affrontare la prova in maniera seria agli studenti. Ognuno dei ragazzi compila tuttavia il proprio compito personale, pur potendosi confrontare con il compagno, per poter rispondere a modo suo in caso di vedute differenti. Di solito si ottengono voti più alti del solito: per questo, come spiega il docente di Italiano, per non falsare il profilo complessivo dello studente la verifica deve essere proposta non più di 2/3 volte nel corso di un anno scolastico”. Allo stesso tempo però può essere “più lunga o più difficile delle tradizionali, e può contenere anche più materie”
Ma ci sarebbe pure, quando già fra compagni di banco non c’è dissidio o diffidenza, la nascita di nuove alleanze mentre con il compito in classe a coppie il “problema” della verifica a due riguarda tutti i componenti della squadra, con l’obiettivo di superare i problemi.
Non si capita con qualcuno del “gruppetto” dei migliori amici? Si deve stringere un nuovo rapporto fin dalla preparazione al compito, soprattutto nel caso in cui le coppie siano state stabilite dal prof (o sorteggiate) in anticipo. Senza contare che i compagni “secchioni” diventano le nuove star della classe e sorpassano in popolarità il bulletto.
A patto, difficile, però di saper condividere le conoscenze.
E il prof? “Il docente, nella vita di tutti i giorni, è visto dagli studenti come un allenatore, un arbitro e contemporaneamente anche un componente della squadra avversaria. Per una volta in questo modo è l’aspetto migliore a prevalere: il prof è colui che ti stimola e che ti mette a fianco un alleato per vincere la sfida”.
Corsi e ricorsi, si potrebbe dire, ma nulla di nuovo, mentre sono in tanti i docenti che in ogni parte d’Italia usano questa metodologia, senza clamore e senza scoop: presunto.
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