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Il computer? Tenetelo lontano dagli under 9

Altro che “nativi digitali”, facilitati nella vita professionale e personale. I giovani che si avvicinano precocemente al computer rischierebbe seriamente, piuttosto, di compromettere il loro sviluppo neurologico e cognitivo. Niente pc, quindi, almeno fino a nove anni. A sostenere questa teoria, è uno studioso britannico, Aric Sigman, membro della Royal Society of Medecine:  intervenuto il 15 giugno ad una conferenza a Londra, lo studioso di sinapsi in età evolutiva si è scagliato contro il “nappy curriculum”, il programma educativo introdotto recentemente dai laburisti che prevede in asili e scuole materne i primi approcci con il computer fin dalla tenera età dei due anni.
Secondo Sigman, convinto della necessità che i bambini conoscano prima la vita reale di quella virtuale, questo progetto sarebbe assolutamente dannoso. “Il cervello nei primi anni di vita – ha spiegato l’esperto – deve fare esperienze tridimensionali reali che stimolino la curiosità: i bambini hanno bisogno di sentire, toccare, vedere e spostare le cose reali per educare la loro infrastruttura neurologica e cognitiva. Per questo le nuove tecnologie devono essere introdotte e con giudizio in età successive, idealmente a nove anni“. Fin qui la teoria. Mentre la realtà sarebbe ben diversa: in Gran Bretagna l’avvicinamento in età giovanissima dei bimbi con mouse, tastiera e pc è diventato sempre più comune. Per precisa volontà politica. “Si imbarcano in una nuova avventura virtuale con i cervelli dei bambini“, ha concluso amaramente Sigman. Senza entrare nel merito della questione (sono prevedibili, a breve, le repliche da parte di associazioni e singoli che la pensano diversamente), crediamo che da condannare siano principalmente gli eccessi: quelli che tengono distanti troppo tempo i nostri bambini da tutto quello che non è virtuale.
Alessandro Giuliani

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