Il termine “nano“ è riferito al numero di posti per dirigente scolastico attribuiti dal bando concorsuale alla regione Lombardia.
Secondo D’Elia, membro dimissionario dalla commissione regionale per motivi inerenti la non giustificata velocità di correzione degli elaborati, i 355 posti destinati ai vincitori della selezione concorsuale sono insufficienti rispetto alle reali esigenze della rete scolastica regionale, alla quale necessiterebbero almeno altri 200 posti.
A conferma di questi dati numerici, si può osservare il fatto del richiamo in servizio di ben 48 presidi, precedentemente messi a riposo forzato perché over 65 anni. Mentre i candidati lombardi aspettano l’esito della sentenza del Consiglio di Stato, fissata per il prossimo 28 agosto, dove si deciderà sul mantenimento o meno della sospensiva, è utile riportare le altre considerazioni fatte dal preside nella stessa intervista: “L’applicazione lombarda è stata contorta, frettolosa: hanno voluto correggere i compiti in pochi mesi, e il risultato sono 101 ricorsi”. E inoltre “I ricorsi sono comunque nati dalle lamentele sulle correzioni dei compiti. Il concorso è arrivato dopo anni di attesa, se le commissioni ci avessero messo due mesi in più e avessero corretto i compiti con più calma non ci sarebbero stati nemmeno i ricorsi“.
Le accuse sono pesanti, e riguardano l’aspetto deontologico dell’operato della commissione lombarda, per considerare una valutazione serena, equilibrata e soprattutto trasparente.
Quindi un concorso nato nano, ma sono in molti a pensare che questo concorso Ds sia nano sotto tanti altri aspetti, primo fra tutti la competenza del livello professionale di chi ha sbagliato mille test a risposta multipla su 5.750.