Categorie: Estero

Il concorso oceanico e l’approdo per le prove: dove li mettiamo?

E adesso dove li mettiamo? Secondo L’Espresso al ministero dell’Istruzione sale la febbre da concorso perché non si saprebbe né come né dove fare la prima selezione, quella dei “quizzoni”, annunciata “come un test preselettivo on line, nel quale ogni candidato sarà piazzato davanti a un pc e riceverà 50 domande scelte casualmente dal sistema elettronico”.
Sembra addirittura che alcuni direttori regionali, all’indomani della pubblicazione di numeri tanto inattesi, il doppio di quel che al ministero si aspettavano, si siano “precipitati al ministero per capire come organizzare la kermesse elettronica. Urgono oltre trecentomila postazioni collegate, quando tutta la scuola italiana ha circa un milione di pc, ma sono sparsi in tutti i comuni e gli uffici. Tanto per dire: a Roma, dove ci sono oltre 30 mila candidati, le aule collegate non arrivano a 6 mila.”
Si andrà allora a fare i turni? Con ogni probabilità si prevedono quattro turni in due giornate nella settimana di Natale. Il paradosso tuttavia sta pure nel fatto che alla fine delle preselezioni e del concorso vero e proprio “solo uno su trenta riuscirà a entrare in classe.”
A guardarla bene, continua l’articolo dell’ Espresso “quella lunga lista di aspiranti al concorso rivela una verità assai cruda: in Italia, anno 2012, ci sono 214.453 persone mature, uscite dall’università dieci anni fa e oltre, che bramano un posto nella scuola. Persone che in questi anni non hanno insegnato nella scuola pubblica, o che hanno fatto un altro lavoro e l’hanno perso, perfino dipendenti pubblici che aspirano alla cattedra e tentano il quizzone del ministro Francesco Profumo.”
Cosa avrebbe allora a che fare tutto questo spreco di soldi, energie, speranze, attese, crisi finanziaria e morale (gli sprechi,le ruberie, i privilegi della casta e la corruzione) “con la scuola del futuro sognata dal ministro Profumo? “Non era questo, infatti, l’obiettivo per cui sono stati riaperti i concorsi? Benché fosse chiaro fin dall’inizio che le regole del bando escludevano proprio i più giovani neolaureati, in attesa di abilitazione. E che adesso cercano di rientrare per via giudiziaria: una sentenza del Tar del Lazio ha appena dato ragione a una ragazza laureata nel 2006, ammettendola al concorso anche se ancora non abilitata. Se anche i suoi tanti colleghi seguissero la via giudiziaria, le porte del maxi-concorso potrebbero aprirsi ancora di più, e la preselezione creare un ingorgo. On line, s’intende.”

Pasquale Almirante

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