Articolo 97
“Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”
Tutto parte da questo articolo della Costituzione; una semplice analisi del significato ci permette di comprendere che è prevista una selezione per garantire che persone qualificate lavorino nei pubblici uffici (scuola, comune, carabinieri…). Se ci pensiamo questo avviene in tutti gli ambiti lavorativi pubblici e privati: dalle assunzioni di nuovi impiegati in un ufficio all’assunzione di un chirurgo in un ospedale.
Avviene in tutti gli ambiti AD ECCEZIONE DELL’AMBITO SCOLASTICO! È stato indetto un concorso straordinario riservato a chiunque (proprio a chiunque) abbia due anni di supplenza nella scuola primaria e dell’infanzia.
Un concorso straordinario e, soprattutto, NON SELETTIVO: non ci sarà alcun bocciato e a tutti i partecipanti sarà garantito il ruolo, tramite l’inserimento in una graduatoria ad esaurimento “senza scadenza”, prima o poi finiranno, prima o poi…
Un concorso fondato sul merito: tutti promossi, tutti dentro grazie a trenta minuti di prova esclusivamente orale; non sia mai che scappi qualche strafalcione, in fondo, lo dicevano anche i latini: “verba volant, scripta manent”.
Con tale provvedimento si pensa di risolvere la precarietà di un certo numero di insegnanti diplomati che non ha superato i precedenti concorsi e non è riuscito ad ottenere l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento tramite vie legali.
Alcuni di essi lavorano nella scuola da almeno un decennio, altri hanno ripescato il diploma magistrale dopo decenni di carriera in altro settore, senza alcun aggiornamento e senza ormai alcuna preparazione effettiva in ambito educativo e didattico.
Bene, saranno tutti dentro a prescindere dalla loro preparazione, grazie a un concorso che determinerà solo l’ordine in cui verranno assunti. Tutti avranno diritto ad una graduatoria e ruolo garantito, del resto come si è soliti dire “l’importante è partecipare”.
Già, perché questa graduatoria prosciugherà i posti disponibili e li sottrarrà, di fatto, alle future generazioni di docenti formate o in formazione presso la facoltà di Scienze della Formazione Primaria, istituita nel 1999 per garantire ai bambini il diritto di avere docenti dotati di una preparazione teorica e pratica di livello universitario, come avviene nel resto di Europa.
Si tratta di studenti e laureati che hanno sostenuto un percorso di laurea magistrale, ovvero della durata di cinque anni, composto da più di trenta esami, laboratori pratici e moltissime ore di tirocinio a scuola distribuite su quattro annualità. Una categoria invisibile, vergognosamente e pesantemente beffata: SFP è una facoltà a numero chiuso, il che significa che per accedervi bisogna superare un test d’ingresso e che il numero di studenti che potrà accedere è basato sul fabbisogno nazionale di insegnanti, cioè sui posti di lavoro che saranno realmente disponibili.
Ma questo concorso fittizio decimerà proprio quei posti per i quali gli studenti sono stati selezionati diversi anni fa.
Qual è l’utilità del test d’ingresso, dei tirocini, degli esami e per alcuni della seconda laurea? Per gli studenti e i laureati ci saranno solo, prima o poi e solo in alcune regioni italiane, concorsi ultra-selettivi con prova preselettiva, due prove scritte e una prova orale. La selettività sarà acuita ed esasperata dalla riduzione dei posti conseguente al concorso straordinario.
Chi pagherà il prezzo di questo scempio? Gli studenti e i laureati di SFP? I docenti delle GAE, inseriti legittimamente nelle graduatorie in quanto hanno superato concorsi veri? Certamente, ma non solo. Sarannosoprattutto i bambini e le famiglie a pagare il prezzo di una politica che guarda alla scuola come ammortizzatore sociale o ufficio di collocamento.
Recenti ricerche individuano inequivocabilmente nella preparazione degli insegnanti (fin dalla scuola dell’infanzia e della primaria) il fattore chiave per la lotta alla dispersione scolastica. In che modo un concorso non selettivo, privo di una reale valutazione del candidato, garantisca tale preparazione è puro mistero.
Altrettanto folle è dimezzare le opportunità di ingresso a candidati docenti con un percorso formativo teorico-pratico quinquennale.
A questo punto l’articolo 97 andrebbe riscritto, per renderlo più conforme alla realtà:
“Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorsi/soluzioni straordinari/e, salvo i casi normati dalla legge (laureati già pluriselezionati) che dovranno essere ulteriormente selezionati”.
Noi siamo tra quelli che si rifiutano di sottostare alla logica del ‘tutti dentro’ a prescindere dalla loro preparazione.
Siamo un gruppo di studenti, laureandi, laureati e insegnanti che credono veramente nell’importanza della scuola come base per la formazione di futuri cittadini.
Noi siamo quelle mosche bianche che sostengono la necessità di una scuola di qualità, aggiornata e incentrata sui bisogni dei bambini e per questo rivendichiamo quella selezione equa e per tutti sancita dalla nostra stessa Costituzione.
Per queste ragioni crediamo fortemente nell’impellenza di portare avanti il ricorso per incostituzionalità contro questo concorso straordinario, fittizio e non selettivo.
E lo facciamo non soltanto per noi, ma per i bambini, per la Scuola, e per l’Italia del futuro.
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