Le esternazioni di Lory Del Santo sull’uso del congiuntivo dovrebbero essere tenute in seria considerazione dal Ministero dell’Istruzione e soprattutto dalle Commissioni di esperti che avranno il compito di rivedere programmi di insegnamento e indicazioni nazionali.
Anzi ne dovrebbero tenere conto anche coloro che si cimenteranno nella produzione di nuovi testi di grammatica della lingua italiana per le scuole.
Il ragionamento della show-girl, diventata a suo tempo famosa per aver raccontato di aver trascorso alcuni giorni a bordo del panfilo dell’uomo d’affari arabo Khashoggi che le regalò un prezioso rubino, è molto semplice: il congiuntivo è un modo verbale difficile da usare e quindi la cosa migliore da fare sarebbe quella di eliminarlo dal parlato e dalle grammatiche.
Seguendo questa linea di pensiero possiamo anche dire il pensiero filosofico del Novecento è troppo arzigogolato e quindi sarebbe bene eliminarlo dai programmi; allo stesso modo dovremmo eliminare lo studio del calcolo infinitesimale, della chimica organica e di chissà quanti capitoli dello scibile umano.
D’altronde, non dimentichiamo che è la stessa ricerca linguistica che ci insegna che la lingua la fanno i parlanti e non certamente le regole della grammatica o il polveroso dizionario del Tommaseo.
Insomma, se ad un dato momento il congiuntivo scompare o dirada la sua presenza, i linguisti devono prenderne atto e riscrivere grammatiche e manuali di sintassi.
Tutto sommato, dobbiamo ammettere la Del Santo sta facendo propria la lezione di Tullio De Mauro e sta cercando di indicarci la strada giusta nell’uso della lingua.
Ovviamente la proposta della show-girl non piace ai professori e agli accademici, ma questo dimostra, una volta di più, quanto la scuola italiana sia lontana dal mondo reale.