Il presidente del Consiglio Conte ha apostrofato i suoi ministri dicendo: “Rimane confermato che bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare nei ministeri tutti i giorni e studiare le cose prima di parlare, altrimenti si fa solo confusione” [30/3/2019].
Rimprovero che calza a pennello con l’auspicio, formulato al congresso mondiale delle famiglie, dal ministro Marco Bussetti,: “L’educazione primaria è data dalla famiglia; la scuola prosegue il lavoro dei genitori. È necessaria una corresponsabilità”.
Corresponsabilità prevista nell’ordinamento vigente, corresponsabilità che, da sempre, è osteggiata. Un genitore presiede il Consiglio di Istituto, organo strategico della scuola, la cui responsabilità primaria è l’approvazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa.
Il documento orienta e vincola il sistema scolastico, elencando le competenze generali di fine percorso: quali comportamenti dovranno essere assunti dagli studenti per dominare gli scenari socio-culturali che troveranno al termine degli studi?
Se il ministro avesse onorato l’esecutività del mandato ricevuto, avrebbe costatato che la gestione delle scuole è acefala perché i traguardi di sistema non sono espressi in termini di osservabilità e di verificabilità.
In questa situazione invocare la corresponsabilità delle famiglie è fuorviante, perché occulta l’origine del problema.
Enrico Maranzana
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